PALERMO. Il giorno della nascita trasformato in tragedia, le aspettative di vita travolte dall’handicap permanente, perfino i sogni dei familiari sconvolti dall’obbligo di provvedere negli anni successivi all’assistenza di due bambini nati sani ma poco dopo rimasti paralizzati e con gravi ritardi mentali. C’è tutto questo dietro il maxi risarcimento da oltre 4 milioni disposto prima dai tribunali e ora autorizzato dalla Regione a due famiglie agrigentine che all’inizio degli anni Novanta sono state vittime di errori in sala parto o nel reparto di ostetricia.
Il 23 ottobre del 1992 la vita doveva cambiare per una famiglia che si recò all’opsedale Fratelli Parlapiano di Ribera per un parto cesareo. E la vita cambiò davvero, anche se divenne una tragedia. La neonata subì danni cerebrali che l’hanno condannata alla paralisi. Danni che hanno provocato - segnala la stessa Asp di Agrigento - un ritardo mentale grave. Ci sono voluti più di vent’anni perchè il procedimento giudiziario con cui la famiglia ha cercato di avere giustizia arrivasse al traguardo. Ora una sentenza ha dato ragione ai genitori e l’assessorato regionale alla Salute, guidato da Lucia Borsellino, ha impegnato ieri la somma record di 2 milioni e 300 mila euro per risarcire il danno subito dalla bambina (oggi maggiorenne) e dai familiari.
I soldi potranno essere materialmente erogati alla famiglia solo nel 2015, quando verrà approvato il bilancio regionale. E nell’attesa l’assessorato proporrà una transazione per evitare i successivi gradi di giudizio, accelerare i pagamenti ma ottenere uno sconto.
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