RIBERA. “Nella definizione del piano per la rimodulazione della rete ospedaliera si era fatto un grande lavoro condiviso giungendo ad una proposta legata alle esigenze del territorio ma anche a quelle di contenimento della spesa, una proposta che era, al tempo stesso, formulata dalla Commissione sanità e dal governo della regione avendo partecipato la stessa Borsellino alla sua definizione condivisa”. Lo ricorda Totò Cascio della Commissione salute dell’Ars che richiama, oggi, l’assessore al mantenimento degli impegni presi con i siciliani prima ancora che con la stessa Commissione.
“Il piano che si vede nascere, contrariamente a quanto era stato deciso, sembra configurarsi come una doppia beffa. Gli ospedali riuniti, infatti, avrebbero la breve vita di due anni per essere destinati a chiudere a fine 2016. Da un lato, dunque, si illudono i cittadini ai quali si ‘concedono’ unità operative complesse e servizi prima inesistenti, per poi chiuderli dopo appena due anni. Dall’altro lato si crea un danno all’erario perché si fanno investimenti nella consapevolezza che quanto realizzato sarà dismesso due anni dopo”. “E’ inevitabile chiedersi – continua un amareggiato Totò Cascio – se questo governo e questo assessore hanno sufficiente autorevolezza per difendere a Roma la salute dei siciliani visto che nonostante 3 anni consecutivi durante i quali la sanità ha avuto avanzi di gestione e dunque ha sempre pagato i suoi conti e contenuto la spesa non si riesce a far valere le esigenze minime del territorio siciliano. C’è, inoltre, una ulteriore beffa in arrivo visto che nella relazione tecnica si individuano le popolazioni fragili ma poi non si interviene per difenderle.
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