Totò Schillaci aveva un forte legame con Sambuca di Sicilia. Aveva anche aperto nel 2012 una scuola calcio, gestita dal figlio Mattia. Fu aperta grazie a Salvatore Cari, amico personale di Totò Schillaci e padrino di cresima del figlio.
L’obiettivo era quello di creare una realtà calcistica nell'Agrigentino, dove giovani promettenti potevano iscriversi e crescere calcisticamente per poi poter tentare l'approdo in grandi club Italiani, grazie ovviamente, alle conoscenze di Schillaci.
«Fu un successo pazzesco - racconta l’amico Cari - , c’erano già oltre cento iscritti. Purtroppo la scuola dovette chiudere dopo tre anni perché il mio figlioccio Mattia aveva impegni importanti per i suoi studi, che l’hanno portato poi a vivere in Portogallo. Totò era un amico fraterno, lui mi definiva cosi. Veniva spesso a Sambuca e mi volle con lui in giro per l’Italia, per accompagnarlo in tutti i suoi incontri di lavoro, tra inaugurazioni varie, eventi e presentazioni del suo libro».
Totò Schillaci si trovava bene a Sambuca di Sicilia, si sentiva a casa sua. Fu il figlio Mattia a fargli conoscere il paese, che poi divenne Borgo dei Borghi 2016. «Era proprio un attaccante anche nella vita - continua Salvo Cari -, spesso agiva d’istinto in sinergia con il suo grande cuore. Mi raccontava sempre aneddoti di quegli anni magici, uno in particolare mi è sempre rimasto impresso. Il 15 giugno del 1990 nacque a Torino Mattia, il suo secondogenito. Lui si trovava a Coverciano in ritiro con la Nazionale per i mondiali. Non ci pensò un attimo. Affittò una Lancia Thema Ferrari e percorse oltre cinque ore di auto per arrivare a vedere gli occhi di suo figlio e poi ripartire senza aver riposato nemmeno un minuto. Totò era questo, un uomo straordinario».
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