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Il dilemma del Canicattì calcio: chiedere il ripescaggio o rimanere in Eccellenza

Chiedere il ripescaggio in serie D oppure fare un altro campionato di Eccellenza, con ambizioni di vertice e con l'obiettivo di conquistare la categoria superiore sul campo. È su questi due quesiti che i dirigenti del Canicattì calcio saranno chiamati a confrontarsi nei prossimi giorni per iniziare a programmare il prossimo torneo.

È chiaro che siamo a quattro giorni da quella sconfitta che ancora brucia, ma è anche evidente che ci si deve scrollare di dosso la rabbia ed iniziare a programmare il futuro.

"Ancora non ci siamo incontrati con gli altri dirigenti - conferma il vice presidente Faustino Giacchetto - ci sono state solo interlocuzioni personali ma ufficialmente non ci siamo ancora riuniti. Lo faremo al più presto per analizzare il campionato, le prestazioni, le sconfitte, il budget e poi inizieremo a pensare alla prossima stagione. In atto il ragionamento verte su due aspetti: tentare la carta del ripescaggio oppure provare a conquistare la serie D sul campo, puntando ad un campionato di vertice".

Sul tavolo della discussione dunque ci sono queste due ipotesi e presto comunque sarà ufficializzata la decisione.

La delusione per la mancata conquista della serie D per la sconfitta di domenica scorsa in quel di San Cataldo che ha fatto festeggiare l'accesso alla serie semiprofessionistica al Biancavilla, maturata soltanto dopo la lotteria dei calci di rigore, ha aperto una ferita facilmente guaribile.

Perché l'amarezza era stampata sul volto di tutti, dal presidente Angelo Licata che ha messo cuore ed anima, oltre alle risorse economiche, per far si che si avverasse il sogno della serie D, fino al magazziniere che ha seguito la squadra in ogni step, passando per i vari dirigenti più o meno impegnati. Le lacrime di Alessandro Avarello, il direttore sportivo dal grande intuito, capace di allestire assieme al tecnico Nicola Terranova un organico di altissimo livello, inchiodato sulla sedia dietro la cancellata del Valentino Mazzola, è stata la fotografia eloquente di come i sentimenti di sconforto siano stati avvertiti da tutto l'ambiente biancorosso.

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