Il programma della visita a Lampedusa della premier Giorgia Meloni e della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen è stato rallentato dalla protesta di alcune decine di cittadini dell’isola, che hanno sbarrato la strada al convoglio di auto nel tragitto dall’aeroporto all’hotspot per i migranti. È stata la stessa premier, ad ogni modo, a fare cambiare di poco il percorso, proprio per potere incontrare i manifestanti.
A quanto si apprende, non sono mancati momenti di tensione, con i manifestanti che hanno preteso di poter parlare con la presidente del Consiglio, altrimenti non avrebbero sgomberato la carreggiata. Il leader della protesta, Giacomo Sferlazzo, guidava i manifestanti parlando a un microfono.
La premier Meloni è scesa dall’auto per incontrare i cittadini e ha cercato di tranquillizzarli. Sono scesi anche Ursula von der Leyen e il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.
«Stiamo facendo del nostro meglio, siamo venuti apposta. Io ci metto la faccia sulle cose», ha detto ai dimostranti la premier Giorgia Meloni. «È trent’anni che siamo violentati», le ha rispostoSferlazzo. «Lo so, lo so», la replica di Meloni. «Ce la mettiamo tutta, ci stiamo lavorando - ha ribadito la premier -. Dopodiché spero che vi abbiano detto che abbiamo fatto uno stanziamento di 50 milioni per l’isola per i servizi, la pulizia ed altro. Anche questo può fare la differenza».
Dopo il breve colloquio i cittadini hanno ringraziato le autorità, rivolgendole anche un aplauso, prima di liberare la strada al convoglio, che ha proseguito verso l’hotspot dell’isola, in contrada Imbriacola.
Ieri, 16 settembre, a guidare il sit-in era stato il vicesindaco leghista Attilio Lucia. «A Giorgia Meloni - ha riferito oggi in un’intervista a Rainews - abbiamo detto di sollecitare la soluzione della situazione dei barchini abbandonati al molo e lungo la costa: lei ha visto con i propri occhi la situazione, è una bomba ecologica, un brutto inquinamento ambientale. Ci ha garantito che in 4-5 giorni verranno tolte le barche». Al molo Favaloro, dove sono ormeggiati numerosi barchini a bordo dei quali sono sbarcati i migranti. «I pescatori - ha spiegato Lucia - non possono uscire a pescare, ogni volta che lo fanno hanno 10-12 mila euro di danni perché le reti si incagliano nei relitti - ha aggiunto il vicesindaco -. Le abbiamo detto che qua la situazione è particolare, siamo preoccupati perché questa è un’isola di 20 chilometri quadrati, non può assistere a questo flusso di migranti».
Giorgia Meloni, oltre a rispondere al vicesindaco, ha anche raccolto l’appello di un pescatore locale, che lamentava proprio le difficoltà degli operatori del settore. «Da vent'anni c’è questa situazione», ha spiegato l’uomo al molo Favaloro. Meloni si è rivolta al pescatore giungendo le mani davanti al petto. «Ci ha detto che ci farà lavorare», ha spiegato il pescatore.
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