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Randagi assassinati a Licata, è pronto un dossier

Dai primi rilievi eseguiti dalla polizia emerge la ferocia di chi ha ucciso i cani. Gli animali, dopo l’avvelenamento, ancora vivi sono stati trascinati per strada

LICATA. Dopo la scoperta della strage di randagi di mercoledì, quando dieci cani sono stati trovati uccisi (e legati uno all’altro per le zampe) in una piazzola di sosta della provinciale in contrada Stretto, l’associazione “I Delfini” è pronta a presentare un dossier al commissario straordinario del Comune, ed ai consiglieri comunali, sul gravissimo fenomeno dell’uccisione di animali che si registra in città. “I Delfini”, presieduti da Angelo Rinascente, non solo si occupano della gestione del canile comunale di contrada Pezza, ma sono un ente riconosciuto dalla Regione Siciliana per la salvaguardia e la protezione degli animali. E’, soprattutto, in quest’ultima veste che, insieme ad altre associazioni che operano a Licata e nel territorio provinciale, stanno preparando il dossier che dovrebbe essere consegnato già nei primi giorni della prossima settimana. «L’episodio di mercoledì è certamente – dice Angelo Rinascente – il più grave tra quelli registrati di recente in città, ma purtroppo non è l’unico. Certo, a tanta violenza non eravamo abituati. Basti pensare che quanti hanno ucciso i dieci cani, quattro dei quali ancora cuccioli, dopo averli avvelenati li hanno legati tra di loro per le zampe e li hanno trascinati, ancora vivi, per strada. Davvero l’accaduto rappresenta un gesto di ferocia inaudita». Ad indagare sull’uccisione dei dieci cani sono gli agenti del locale commissariato di polizia, i primi ad intervenire in contrada Stretto non appena è scattato l’allarme. Dai rilievi eseguiti dalla Scientifica, e dagli esami dei veterinari, è risultato che alcuni dei cani erano ancora vivi quando sono stati trascinati per strada fino alla contrada Stretto. Per questo, correttamente, “I Delfini” parlano di ferocia nei confronti degli animali. L’inchiesta è stata aperta ed in città tutti si augurano che presto possano essere assicurati alla giustizia gli autori di tale, efferato, crimine. «Sono alcune altre decine – aggiunge Angelo Rinascente – i cani assassinati nella nostra città dall’inizio dell’anno. In due casi le polpette avvelenate sono state offerte ai randagi di via Palma. In una prima occasione abbiamo trovato cinque cani deceduti, nella seconda occasione otto. Inoltre c’è l’episodio dell’uomo che, ad un certo punto, ha fatto letteralmente a pezzi con un coltello un randagio. Come si vede il fenomeno è molto diffuso, per questo abbiamo deciso di redigere il dossier che consegneremo alle autorità istituzionali e politiche della città, ed alle forze dell’ordine. Ovviamente – conclude Rinascente – da parte nostra non c’è alcuna intenzione polemica, ma solo il voler rappresentare, dati alla mano, quanto accade nella nostra città riguardo ai randagi».
L’azione de “I Delfini” è sostenuta dalle numerose associazioni locali che si occupano di proteggere gli animali, ed in special modo i cani, dalla violenza inaudita di cui sono capai certi “umani”, ma anche di salvaguardare i cuccioli che sempre più spesso vengono abbandonati nei pressi dei cassonetti dei rifiuti. 

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