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Polizia municipale, estate di sofferenza a Favara

FAVARA. Se nel corso dell'anno il comando dei vigili urbani è in endemica sofferenza potendo contare su uno sparuto numero di agenti - alcuni dei quali addirittura provenienti dal bacino degli lsu e quindi utilizzati part time -, nel periodo delle ferie, che solitamente cade tra i mesi di luglio e agosto, la situazione diventa insostenibile. In media in servizio ci sono tre vigili urbani uno dei quali destinato a fare il piantone. Tutto ciò a fronte di un territorio vastissimo con una popolazione che in estate, con il rientro degli emigrati, sfiora le 40 mila presenze. Sono sufficienti i numeri per capire in quali difficoltà si dibatte il comandante dei caschi bianchi per cercare di garantire i servizi essenziali. La situazione diventa ancor più paradossale se si confrontano altri numeri che sono quelli degli impiegati di ruolo (137) e del personale precario (271) a cui si aggiungono 61 Asu, altra sigla che rimanda a quanti svolgono attività socialmente utili. A oggi il Comune dispone di una forza lavoro di 469 unità senza riuscire, però, a potenziare l'organico dei vigili urbani.
«Ci abbiamo tentato - dice il sindaco Manganella - ma le due selezioni interne svolte in due fasi successive si sono concluse con un nulla di fatto visto che nessuno ha voluto partecipare al bando». A scoraggiare il cambio di profilo professionale sicuramente il fatto di dovere indossare la divisa. Sta di fatto che non si rende un servizio alla collettività nonostante il Comune spenda ben 11 milioni e 207 mila euro l'anno per pagare gli stipendi del personale dipendente che incidono per il 39,17 per cento sulle spese correnti che nel 2013 sono state di 28 milioni e 613 mila euro. E meno male che negli ultimi anni si è registrato un buon numero di pensionamenti perché fino al 2010 l'incidenza del personale era del 49,17 per cento. Ma Favara è in buona compagnia perché il vicino comune di Agrigento, secondo una classifica elaborata da Openpolis sui costi degli enti locali, spende più di ogni capoluogo di provincia per far fronte agli stipendi del personale dipendente (48,9 per cento). Il capoluogo più virtuoso sarebbe L'Aquila con un costo del 10,7 per cento sulle risorse destinate alle spese correnti. I numeri dovrebbero far riflettere la classe politica locale perché prima delle liti, continue ed estenuanti, occorrerebbe mettere a regime le dinamiche della buona amministrazione.

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