
AGRIGENTO. Lo hanno chiamato «Il calcestruzzo della Legalità». Si tratta di un progetto che ha lo scopo di mettere insieme, il lavoro di istituzioni ed associazioni a sostegno delle attività di aziende sequestrate o confiscate che producono calcestruzzo di alta qualità. Il tutto, per permettere loro di fronteggiare la crisi economica, mantenere la propria presenza sul mercato contrastando le forme di concorrenza sleale e salvaguardare i posti di lavoro.
Il progetto è promosso dall’associazione Libera, da Unioncamere e da Libera terra, in collaborazione con le prefetture di Agrigento, retta da Nicola Diomede e Trapani, i tribunali dei due capoluoghi di provincia, della Procura di Trapani, dall’Agenzia nazionale per l’amministrazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata, dell’Alleanza delle Cooperative e dalla CFI, cooperazione, Finanza e impresa. E ieri alla Prefettura di Trapani, nel corso di un incontro promosso dal prefetto Leopoldo Falco, si sono incontrati i rappresentanti istituzionali e gli amministratori giudiziari delle aziende operanti nel settore della produzione del calcestruzzo e sottoposte a sequestro o confisca. Sono state così acquisite le risultanze della prima fase di ricognizione della situazione economica, patrimoniale e finanziaria delle aziende della Sicilia occidentale, effettuata mediante schede di rilevazione dati prodotte dagli amministratori giudiziari. Entro metà settembre, è stata prevista la prima riunione del gruppo tecnico - operativo che dovrà definire i criteri di individuazione delle aziende che potranno essere proposte alle banche interessate alla fase di start - up del progetto, per beneficiare di linee di credito dedicate a sopporto della produzione. Entro la fine di settembre poi, un nuovo incontro in prefettura.
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