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Canicattì, Banca San Francesco: chiesto maxi risarcimento

CANICATTI'. Trentaseimilioni e mezzo di euro. È questo l'importo quantificato dai periti e commissari della Banca di Credito Cooperativo San Francesco di Canicattì, appena uscita dall'amministrazione straordinaria controllata, indicato nella citazione per risarcimento danni derivante dalle politiche gestionali del periodo compreso tra il 2001 ed il 2011. In pratica sino al completamento dell'attività ispettiva della Banca d'Italia ed il conseguente commissariamento dell'istituto di credito.

La somma a titolo di risarcimento dovrebbe essere versata nelle casse dell'ultimo istituto di credito cittadino dai componenti il consiglio di amministrazione, il collegio dei sindaci e gli altri alti dirigenti che secondo le risultanze ispettive nel periodo di riferimento con le loro decisioni avrebbero arrecato danni e minato la tenuta non solo reddituale ed economico-finanziario, ma anche patrimoniale dell'ultimo istituto di credito locale.

A dover patire e ripartire eventualmente tra loro l'oneroso risarcimento danni sarebbero tra i venti e i trenta professionisti che in tempi diversi hanno ricoperto cariche all'interno degli organismi gestionali e di controllo dell'istituto di credito, adesso ritornato ad essere gestito da organismi democraticamente eletti dalla base assembleare, seppur previo gradimento degli organismi di controllo. Il condizionale è comunque d'obbligo sulla bontà e capienza del credito «risarcitorio» vantato visto che tra i chiamati in causa c'è chi sostiene l'errato procedimento di valutazione sino ad arrivare ad invocare la prescrizione quinquennale per il primo periodo di riferimento.

La banca si è affidata ad un legale che dovrebbe essere pagato comunque in percentuale riferito al primo credito ipotizzato di 36,5 milioni di euro vantati, ancorché si accerti in seguito falcidiato da prescrizione quinquennale. In ogni caso il risarcimento danni rischia di essere, per ognuno dei chiamati in causa, pesante: intorno al milione di euro, se non molto di più. Toccherà comunque al nuovo presidente Giuseppe Brancato e al consiglio di amministrazione che lo collabora portare in porto la patata bollente lasciatagli in eredità dalla gestione commissariale che ha tracciato le linee guida del nuovo corso, ispirata anche dal "gradimento" degli organismi di controllo bancario a livello centrale. «È una situazione che abbiamo ereditato dalla gestione commissariale - dice il presidente Giuseppe Brancato - nella quale noi non possiamo entrare nel merito».

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