FAVARA. Si riaccendono i riflettori sul centro storico che resta in buona parte transennato per motivi di sicurezza. È da oltre quattro anni che il cuore antico di Favara ha smesso di pulsare essendo ostaggio di muri di contenimento, steccati, barriere di vario tipo alzati a protezione dell'incolumità pubblica. Provvedimenti che sono seguiti al crollo di una fatiscente abitazione di via del Carmine che il 23 gennaio del 2010 provocò la morte delle sorelline Bellavia. «Purtroppo - dice l'assessore all'Urbanistica e all'Ambiente Enzò Agrò - l'intervento nel centro storico non è facile perché occorrono somme ingenti di cui i proprietari, in questo particolare momento, non dispongono. Allora occorre aguzzare l'ingegno cercando nelle pieghe delle leggi tutte quelle soluzioni che possono dare dei vantaggi a basso costo». L'assessore Agrò ha così rispolverato una vecchia legge regionale, addirittura del 1978, che non è stata mai applicata, per individuare e formare dei comparti edilizi nel centro storico cercando di recuperare gli immobili piuttosto che demolirli come è avvenuto da quattro anni ad oggi. «La giunta ha già adottato una delibera - dice Agrò - che sarà sottoposta al vaglio del consiglio comunale. Abbiamo, infatti, notato che le costruzioni del centro storico sono frazionate tra tanti proprietari che non sempre raggiungono gli accordi per metterle in sicurezza o, meglio, per recuperarle sotto l'aspetto abitativo». In base alla legge regionale n. 71 del 1978 il Comune avrebbe la possibilità, per pubblica utilità, di acquisirle al suo patrimonio per ritrasferirle a quei soggetti che sono disposti ad effettuarvi opere conservative. «Recentemente - aggiunge il componente della giunta Manganella - abbiamo abbattuto in via Pirandello un immobile che presentava problemi di staticità perché tra i condomini non si raggiungevano gli accordi in ordine a un possibile intervento di consolidamento. Il danno maggiore l'ha subito una famiglia che aveva effettuato delle manutenzioni al suo appartamento». Intanto c'è viva attesa per l'esito del programma di riqualificazione che prevede un intervento nell'area dove hanno perso la vita le sorelline Bellavia, localizzata tra via Umberto e la via del Carmine. La Regione ha inserito al secondo posto il progetto, tra quelli da finanziare, in base ad un bando che ha visto il Comune di Noto collocarsi al primo posto. L'intervento prevede, tra gli altri, la realizzazione di 4 alloggi a canone sostenibile per l'importo di 511 mila euro di cui 409 a carico del bando regionale e 102 a carico del bilancio comunale. U.R.
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