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Caro acqua, petizione completata a Ribera: settecento firme raccolte

RIBERA. Hanno raccolto circa settecento firme e non solo nella ”città delle arance”, da dove l’iniziativa è partita, ma anche in altri centri della provincia come Licata, Sciacca, ravanusa, Montallegro. Sono i soci del Club ”Luigi Pirandello” di viale Garibaldi, noto per le attività culturali portate avanti nel ricordo del grande drammaturgo agrigentino, ma anche per le battaglie condotte perchè i costi per avere l’acqua potabile, bene primario, non fossero, come si ritiene, davvero ”salati”, incidendo notevolmente nei bilanci familiari, soprattutto delle fasce deboli della popolazione riberese.
I soci del club culturale riberese, dopo una serie di incontri, che hanno visto arrivare nella sede del sodalizio anche i rappresentanti di altri organismi che si battono per abbattere il ”caro acqua”, come l’”Altra Sciacca”, la Cgil di Sciacca, che si sono rivolti all’Antitrust, ”Sora acqua”, ”Il ponte” e altre sigle ancora, hanno avviato una petizione con l’obiettivo di coinvolgere i riberesi. La petizione ha raggiunto in grandissima parte l’obiettivo che il club riberese, guidato da Matteo Tortorici, si era prefisso, andando anche oltre visto che anche in altri comuni, non appena saputa dell’iniziativa a Ribera, si sono mossi. Adesso le firme raccolte saranno portate all’attenzione del presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta, del prefetto di Agrigento Nicola Diomede, dei sindaci dell’Ato idrico della provincia agrigentina, dei parlamentari dell’Ars, dei dirigenti dell’Ato idrico. Lo spirito che pervade la petizione è semplice: ”L’acqua è giusto che si paghi - dice Michele Corsentino - ma è anche giusto che il costo sia giusto e non come avviene attualmente”.
I soci del club riberese hanno avviato un’indagine conoscitiva in tutt’Italia ed hanno ”scoperto” che nella ”città delle arance”, servita da ”Girgenti acque”, il prezzo per avere l’acqua è il più alto d’Italia. E vengono portati degli esempi precisi di costi per consumo di cento metri cubi di acqua, compresi canoni di depurazione e fogne: a Leno in provincia di Brescia, con Gestore Garda uno spa, il costo è di Euro 104,66, con quota fissa di 10 euro per il non residente; a Vicenza più ventotto comuni, con gestore Acque vicentine spa, il costo è di Euro 175,84, con quota fissa per residente e non di euro 19. E gli esempi continuano. Dalle nostre parti, viene fatto osservare, si pagano 56 euro per la sola quota fissa per casa residente e 150 euro per casa non residente. Secondo i soci del club riberese così dalle nostre parti si registra il fenomeno dell’”acqua più cara” che in tutta l’Italia. Da qui la petizione che punta a far sì che l’Ato idrico possa rivedere il regime tariffario che è stato approvato. Per i soci del club, in attesa di altre iniziative finalizzate ad allentare la morsa e in attesa che si possa arrivare, come voluto dagli italiani che hanno approvato un’apposita norma, al passaggio all’”acqua pubblica”, è questa la strada da seguire e che può spuntare presto, se ci sarà la cosidetta ”volontà politica”, per abbassare i costi e garantire un’erogazione di un bene così importante e vitale a costi accessibili.

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