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Racalmuto, «salvati» undici posti di lavoro al Comune: fondi dalla Regione

RACALMUTO. Nessun licenziamento. Il contratto di diritto privato degli undici precari in forza al Comune di Racalmuto - la cui scadenza è fissata per il prossimo 31 marzo - è salvo. Ieri mattina, la svolta.
Il segretario della Funzione pubblica della Cgil Alfonso Buscemi ha incontrato il presidente della commissione prefettizia, Enrico Galeani. Verrà "sfruttata" la normativa regionale che consente l'utilizzo dei precari con 18 ore lavorative anziché le "canoniche" 24 e si fronteggerà la spesa con soltanto il 90 per cento dei contributi a carico della Regione Siciliana.
"E' emersa subito la volontà da parte dei prefetti che governano Racalmuto di non licenziare i precari - ha riferito, a margine dell'incontro, il sindacalista Alfonso Buscemi - . Dopo l'accordo sindacale verrà sfruttata la normativa regionale che consente di prorogare i contratti fino a dicembre del 2014, utilizzando il loro lavoro con 18 ore anziché 24 e pagandoli dunque con il solo contributo regionale".
Al momento, il 90 per cento della spesa è a carico della Regione e il restante 10 per cento a carico delle amministrazioni comunali.
"La legge è chiara - spiega Buscemi - laddove è comprovato il rischio del dissesto finanziario, si può applicare, riducendo le ore lavorative, il solo contributo regionale. Il prefetto Galeani - ha concluso Buscemi - convocherà i sindacati per la prossima settimana e si raggiungerà l'accordo per salvare il lavoro di questi 11 contrattisti. Del resto, il prefetto ha confermato la volontà di non procedere a nessun licenziamento".
Galeani, già nei giorni scorsi, aveva assicurato il massimo impegno da parte della commissione prefettizia per salvaguardare i livelli occupazionali dei precari in forza al Comune di Racalmuto. Il licenziamento degli 11 precari, il cui contratto scade il 31 marzo prima, e quello dei 68 il cui contratto è in scadenza a fine anno dopo si sarebbe tradotto, del resto, in una vera e propria emergenza sociale per la piccola comunità.
Per gli undici contrattisti nessuna possibilità di scelta, nessuna alternativa. Non potranno far altro che accettare il taglio delle ore lavorative. In "gioco" c'è, del resto, la stabilità occupazionale e dunque la certezza, seppur piccola, di una garanzia economica per il futuro. Lo stesso problema si riproporrà da ottobre in poi quando andranno a scadere i contratti di diritto privato di altri 68 precari sempre in forza al Municipio di Agrigento. Ma ad ottobre, visto che in primavera si andrà ad elezioni amministrative, spetterà alla politica trovare una soluzione. La "strada" per scongiurare l'emergenza comunque sembrerebbe essere stata già tracciata.

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