CANICATTI'. L'amministrazione comunale di Canicattì, retta dal sindaco Vincenzo Corbo, è costretta a pagare 125 mila euro l'anno per i locali destinati ad uffici giudiziari nonostante dallo scorso settembre le sezioni civile e penale del giudice monocratico siano state soppresse. Il paradossale caso di spreco di denaro pubblico, di cui l'amministrazione comunale non ha colpa, si verifica a Canicattì ormai dallo scorso autunno quando diventò esecutivo anche per gli uffici giudiziari la "spending review" e la nuova geografia degli uffici giudiziari con l'immediata soppressione delle sezioni distaccate di tribunale civile e penale ed il momentaneo mantenimento dell'ufficio del Giudice di pace.
L'edificio a quattro elevazioni si è praticamente svuotato restando utilizzato solo un piano terreno occupato dal Giudice di pace. In virtù del contratto di locazione con privati sottoscritto nel 2010 dall'amministrazione comunale, nell'interesse e nell'utilità del Ministero della Giustizia, l'ente locale è costretto a pagare ancora il canone senza beneficiare di alcun servizio per la città e per i suoi abitanti costretti a far capo al Tribunale di Agrigento per ogni esigenza. E' di questi giorni l'adozione della determinazione dirigenziale con cui si liquidano ai proprietari 64.702,14 euro per lo stabile di via Medaglia d'Oro Portalone adibito a sede degli uffici giudiziari. Il contratto avrà scadenza solo nel febbraio 2019 e, tranne improbabili colpi di scena, le casse comunali dovranno continuare a pagare il canone vanificando le intenzioni del governo nazionale che sopprimendo le sezioni distaccate ed i "mini tribunali" puntava a risparmiare sui costi di gestione.
A Canicattì almeno non è così visto che i costi fissi sono rimasti tali, il personale è rimasto in servizio anche se ad Agrigento e il bacino naturale di utenza patisce disservizi e disagi dovendosi recare nel capoluogo.
Il sindaco Corbo da subito aveva "dato mandato all'Avvocatura comunale di studiare il contratto e trovare una soluzione" che ad oggi sembrerebbe essere più onerosa del normale canone di locazione anche perché i proprietari adeguarono in maniera radicale l'intero stabile alle precise richieste dell'ufficio logistico del Ministero della Giustizia.
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