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Immigrazione, soccorsi 536 migranti nel canale di Sicilia

LAMPEDUSA. Si accendono lumini  sulla costa della porta d'Europa, si piantano arbusti lungo cala  Galera, si ricordano i 366 morti del naufragio a Lampedusa del 3  ottobre scorso mentre sull'isola giungono ancora disperati su  gommoni e barconi e 110 superstiti della più grave strage del  mar Mediterraneo da un mese continuano a vivere in un centro di  accoglienza disastrato, senza letti, senza bagni e senza un  tetto sulla testa, quindi sotto la pioggia, dormendo spesso su  pezzi di gommapiuma di fortuna che trasudano acqua. Nonostante  il dolore e la partecipazione dei lampedusani e la visita (e le  promesse) di due ministri, del presidente della Camera, di  parlamentari, dei vertici delle istituzioni europee, del  presidente della Regione, che anche oggi era sull'isola e ha  visitato il Cie, e all'attivismo del sindaco Giusi Nicolini, il  centro rimane abitato da oltre 700 disperati, tra cui donne e  bambini costretti a subire l'inizio della brutta stagione senza  un ricovero degno di tale nome.     



I potenti mezzi messi in campo con l'operazione «mare  nostrum» oggi hanno permesso di soccorrere nel canale di  Sicilia 536 profughi (molte donne e bambini) su quattro natanti  differenti mentre 19 disperati, tra cui un disabile con sedia a  rotelle, dopo ore di navigazione su un mare pessimo, sono giunti  su un gommone fino a riva prima di essere soccorsi dalla Guardia  costiera.  Mentre terminavano le operazioni di soccorso di fronte allo  specchio d'acqua dove avvenne la tragedia sono stati messi a  dimora i primi 40 alberelli che formeranno con gli altri 326 il  giardino della memoria. Alla cerimonia hanno partecipato  Nicolini, Rosario Crocetta, il presidente nazionale di  Legambiente, che ha sostenuto l'iniziativa, Vittorio Cogliati  Dezza. «È un'iniziativa fortemente simbolica - ha detto il  sindaco - affinchè cambi la politica dell'accoglienza. È la  promessa di un futuro migliore per chi soffre e per Lampedusa.  Finora gli alberi sono contrassegnati da numeri, come le bare.  In seguito apporremo i nomi delle vittime su ogni tronco».  Cogliati Dezza ha spiegato che il 21 novembre altri alberi  saranno piantati in altre aree del Paese, per collegare  Lampedusa con il resto d'Italia. Di fronte al mare sono stati  accese 366 candele quante sono state le vittime accertate del  naufragio. Il giardino della memoria «è un primo segno  tangibile» nei confronti delle vittime del 3 ottobre ma a un  mese di distanza da quella strage è inaccettabile che «i  sopravvissuti sono ancora nel Centro di accoglienza in  condizioni inumane», afferma il Comitato 3 ottobre, nato nei  giorni successivi al naufragio. «È inconcepibile - prosegue -  che ad un mese dalla strage, 110 sopravvissuti si trovino ancora  nel Centro dell'isola le cui condizioni sono unanimemente  definite inaccettabili». 

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