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Depurazione e sicurezza dei mari di Agrigento, l’Arpa avvia controlli e verifiche

L’assessore Lo Bello ha deciso di alzare il livello di attenzione sulla salubrità dei litorali più a rischio

AGRIGENTO. Prima il sequestro dei pennelli a mare a San Leone, poi il divieto di balneazione a Siculiana Marina per i problemi legati allo smaltimento dei reflui a mare e ancora problemi di balneazione anche a Giallonardo e schiuma colorata a Maddalusa. Quanto basta, e avanza, per fare smuovere anche l’assessorato regionale al territorio e ambiente che annuncia interventi.
«Stiamo pianificando con l'Arpa - spiega l’assessore Mariella Lo Bello - dei controlli straordinari per verificare lo stato di salute del mare agrigentino. Una ricognizione generale che ha l'obiettivo di evitare che l'estate prossima si verifichi quanto sta succedendo quest'anno a San Leone e a Siculiana Marina e che rischia di accadere in altri posti se non si prendono in tempo gli opportuni provvedimenti. Servono maggiori controlli a tutela del nostro mare, ma soprattutto il miglioramento della rete infrastrutturale per la depurazione. A San Leone e a Siculiana Marina la situazione è simile: ci sono depuratori incompleti o mai entrati in funzione e si usano impianti di prima grigliatura e condotte sottomarine. Si smaltiscono cioè i reflui non depurati attraverso lo sversamento a mare a quasi tre chilometri dalla costa. Questo è comunque un metodo di depurazione ritenuto fuorilegge». Un primo intervento dell'agenzia regionale per l'ambiente, è stato programmato a Siculiana Marina anche su richiesta della Procura della repubblica di Agrigento e saranno eseguiti i controlli in prossimità degli impianti per verificare gli indici di inquinamento chimico e batteriologico dovuto ed eventuale cattivo smaltimento dei reflui o a perdite nel pennello a mare. «Di certo c'è - spiega il vice direttore dell'Arpa di Agrigento Patrizia Scimecca - che in acqua i reflui dovrebbero arrivare da un depuratore vero e proprio ma qui invece arrivano solo dopo un trattamento di primo livello e il depuratore non è mai entrato in funzione, come a San Leone. Diversa è invece la situazione a Palma di Montechiaro e a Licata dove comunque i depuratori ci sono, funzionano ma vanno migliorati. Abbiamo ricevuto delle segnalazioni in un tratto di mare di Licata, andremo a fare dei controlli». A Sciacca il depuratore è stato invece attivato lo scorso maggio, ma nei giorni scorsi il sindaco ha emesso e poi revocato un divieto di belneazione a San Giorgio su proposta dell'Asp, che ha competenze sui rischi per la salute nelle acque di balneazione. Anche a Seccagrande e a Piana Grande il sindaco di Ribera durante l'estate ha emesso e poi revocato il divieto di balneazione. Qui i reflui non finiscono a mare, ma vengono rispediti in città, pompati per sette chilometri (di cui quattro via costa) fin sulla collina dove c'è un depuratore che non si capisce se funziona bene o meno. Di fatto capita sempre durante l'estate che la pompa perde o che le fogne a Seccagrande scoppiano, i liquami finiscono il mare e si vieta la balneazione; quest'estate è accaduto tre volte. Anche a Realmonte i reflui delle località balneari Lido Rossello e Punta Bianca vengono rispediti con gli impianti di risalita al depuratore che quest'anno "funziona perfettamente", spiega il sindaco Puccio. Tutto bene anche a Menfi dove è in funzione il depuratore e nessun problema a Bovo Marina a ed Eraclea Minoa dove i reflui vengono scaricati nelle fosse biologiche che poi vengono espurgate.

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