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Scala dei Turchi, "resistono" gli altri ecomostri

Per lo scheletro più grande demolizione avviata. Per quelli di Lido Rossello i privati tentennano e il Comune non ha i soldi per intervenire

REALMONTE. Se il Comune avesse le risorse economiche necessarie verrebbero abbattuti prima dell'estate tutti gli ecomostri di Scala dei Turchi. Ma soldi pubblici non ce ne sono e l'amministrazione comunale spera che a demolire gli scheletri di cemento armato che deturpano la spiaggia realmontina siano gli stessi proprietari, così come imposto dall'ordinanza di demolizione emessa dal sindaco. Per lo scheletro principale, quello che più ha fatto parlare di sé, i proprietari si stanno già muovendo. Doveva diventare un albergo, ma presto sarà solo un cumulo di macerie. Per gli altri, villette mai completate sul versante di Lido Rossello, invece, è tutto fermo.

I proprietari prendono tempo: prima hanno presentato un progetto per la demolizione dopo la decisione del Tar che aveva respinto la richiesta di sospensiva cautelare dell'ordinanza, adesso propongono un nuovo ricorso davanti al Cga che di fatto determinerebbe uno stop momentaneo a pochi giorni dall'avvio dei lavori. Ma la Procura della Repubblica di Agrigento non è d'accordo e avrebbe già intimato al Comune di procedere considerando che ad oggi non esiste alcuna sospensiva. La legge sugli abusi edilizi prevede che se non provvedono i proprietari, ad abbattere gli immobili dovrà essere l'amministrazione comunale, che poi si rivarrà per le spese: «Ma il Comune - ha spiegato il sindaco Piero Puccio - non ha le risorse economiche necessarie per intervenire e in ogni caso il procedimento sarebbe molto più lungo e complesso, dovrebbe passare anche al vaglio del Consiglio comunale. C'è il rischio di perdere altro tempo, spero siano i proprietari ad abbatterli. Attraverso l'ufficio tecnico comunale - prosegue Puccio - abbiamo già chiesto chiarimenti ai proprietari e siamo in contatto con la Procura». I proprietari degli ecomostri sono in buona parte esponenti politici locali, uno di loro si trovava fino a qualche mese fa in giunta, un altro è in Consiglio comunale, qualche altro e tra i «grandi elettori».

Gli ambientalisti, intanto, tornano alla carica: «Procedere immediatamente e senza ulteriori ritardi all'abbattimento degli ecomostri di Lido Rossello prendendo atto, come sollecitato più volte dalla Procura della Repubblica di Agrigento, di quanto statuito nelle sentenze passate in giudicato del Cga e del Tar che, dopo decenni di contenziosi amministrativi, hanno ormai sancito la loro definitiva insanabilità», scrivono in una nota Claudia Casa e Daniele Gucciardo, rispettivamente presidente e vice presidente del circolo Rabat di Legambiente Agrigento. «Legambiente - sottolineano - seguirà tutto l'iter amministrativo e giudiziario che concerne gli ecomostri, intervenendo a sostegno dei provvedimenti di demolizione già esecutivi ed in corso, davanti al Tar e al Cga con gli avvocati Daniela Ciancimino e Nicola Giudice, in continuità con l'azione di denuncia che l'associazione per prima ha intrapreso sin dal 1990 a tutela del sito e che ha portato a bloccare le costruzioni nella fase iniziale e all'apposizione del vincolo paesaggistico».

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