AGRIGENTO. Continua senza sosta il drammatico aumento dei licenziamenti e il ricorso alla cassa integrazione nell'Agrigentino. Sono 1307 le richieste di pagamenti diretti di cassa integrazione in deroga per il primo trimestre 2013, in pratica + 48,86 % rispetto al 2012 secondo i dati, forniti dall'Inps di Agrigento, sulle prestazioni a sostegno del reddito (esclusa sede di Sciacca). Ma ancora non si sa se ci saranno i soldi per i pagamenti, si aspettano le decisioni del Governo nazionale. «Stiamo facendo i conti e valutando la situazione che certamente è difficile visto l'aumentare delle richieste», fa sapere il direttore provinciale dell'Inps di Agrigento Gerlando Piro. Il ministro del Lavoro Elsa Fornero intanto ieri ha lanciato l'allarme sulla mancanza dei fondi: «Un miliardo forse non basta per coprire la cassa integrazione in aumento».
Intanto, nell'Agrigentino, oltre che per la cassa integrazione in deroga, ci sarebbe un aumento anche per quella ordinaria. Sono 1.189 le domande di cassa integrazione edile e 121 per quella industriale. Questi i dati ancora parziali forniti dall'Inps sulla della cassa integrazione e certamente destinati ad aumentare. Ma le cifre sulla disoccupazione in provincia aggiungono altro.
In questo primo trimestre del 2013, in 549 hanno chiesto l'indennità di disoccupazione ordinaria. In 1073 hanno invece chiesto l'Aspi 2.013, in 165 la Mini Aspi 2013 e in ben 5666 la Mini Aspi 2.012, le cosiddette nuove "assicurazioni sociali per l'Impiego", un sussidio ai disoccupati istituito dall'ultima riforma del lavoro del ministro Fornero a tutela di chi, in possesso di almeno 52 settimane di contributi nel biennio precedente, ha perso il lavoro non per propria volontà.
«Anche se parziali e ancora tutti da definire con il numero esatto delle ore della cassa integrazione ordinaria e in deroga, i dati sono allarmanti - commenta Carmelo Cipolla, segretario provinciale della Fillea Cgil, membro della commisione dell'Inps sulla cassa integrazione -. La drammatica verità - aggiunge il sindacalista agrigentino - è che con la crisi non ci sono in corso né investimenti privati e né lavori pubblici che possano dare ossigeno ai settori dell'edilizia, dell'industria e così sempre più aziende, che non lavorano più, ricorrono alla cassa integrazion. Ormai purtroppo è la prassi e il dato temo sia destinato a crescere ancora - prosegue Cipolla - mentre il Governo non sa ancora come trovare i soldi per pagarla. La mancanza di lavoro è ormai un'emergenza sociale».
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