AGRIGENTO. Un'altra settimana di sciopero. Gli avvocati agrigentini questa volta protestano contro la proposta di ridurre la pianta organica dei giudici del tribunale dalle attuali trentatré unità a ventotto. Il piano, che prevede anche il taglio di un pm dall'ufficio della Procura, è stato varato dal capo del Dipartimento Organizzazione del dicastero di via Arenula, il magistrato agrigentino Luigi Birritteri. Ieri mattina, in occasione del primo giorno di astensione, il consiglio forense si è riunito per affrontare la questione. "Ridurre il numero dei giudici in un tribunale che ha carichi di lavoro così complessi - ha detto il presidente dell'Ordine degli avvocati Antonino Gaziano - significa negare ai cittadini il diritto alla giustizia. La nostra protesta è stata decisa nel loro esclusivo interesse e andrà avanti se non ci saranno sviluppi". La via di uscita passa da un incontro, in programma all'inizio della prossima settimana, al Consiglio superiore della magistratura. Il presidente del tribunale Luigi D'Angelo e probabilmente anche i rappresentanti dell'avvocatura saranno ricevuti da una commissione dell'organo di autogoverno dei magistrati che ascolterà le loro ragioni. "Sarà un passaggio molto importante - aggiunge Gaziano - perché lo stesso Csm sarà chiamato a fornire un parere al ministero sul piano di revisione delle piante organiche. Noi ci auguriamo che sia negativo come lo è stato quello dei consigli giudiziari. Il ministero dovrà tenerne conto prima di rendere operative eventuali modifiche che avranno come effetto immediato quello di impedire al cittadino di ottenere le risposte che cerca dal sistema giustizia". Il consiglio dell'Ordine è stato riconvocato per il 26 febbraio. Gli avvocati, alla luce dell'esito dell'incontro al Csm, decideranno se interrompere la proposta o rilanciarla nei giorni successivi.
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