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Migranti, centro d'accoglienza in difficoltà a Lampedusa

Ripresi gli sbarchi. Il sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini, fa appello al governo affinchè provveda in fretta ai trasferimenti e gli operatori umanitari temono che con questi numeri la situazione sia difficile da governare

PALERMO. Dopo oltre due settimane di condizioni meteo proibitive, a Lampedusa sono ripresi gli sbarchi. Nella notte tra venerdì e sabato sono scattate due operazioni di salvataggio, a distanza di qualche ora l'una dall'altra, per soccorrere 457 migranti nel Canale di Sicilia, a 40 e a 60 miglia dall'ultimo tratto di costa italiana nel Mediterraneo. Se il primo barcone è riuscito ad arrivare in porto «scortato» dai soccorritori, per il secondo (con 239 persone a bordo, tra cui 20 donne) è stato necessario il trasbordo sulle motovedette. In quest'ultimo caso a dare l'allarme, dopo avere raccolto l'Sos lanciato dai profughi con un satellitare, è stato don Mosè Zerai, il sacerdote eritreo che con la sua agenzia Habeshia si occupa di migranti in difficoltà. Alle operazioni di soccorso hanno partecipato due mezzi della Capitaneria, uno della Guardia di finanza, un mercantile in transito e una nave della Marina militare italiana già impegnata in un pattugliamento nell'area.   


Con i nuovi arrivi il centro d'accoglienza di contrada Imbriacola deve fare i conti con numeri d'emergenza: ieri mattina i migranti avevano raggiunto quota 960, prima che 200 di loro fossero trasferiti a Porto Empedocle con il traghetto di linea. Ne restano 760 in una struttura che dispone di 250 posti letto, dopo che un padiglione è stato chiuso un anno fa perchè danneggiato da un incendio.   


Lo scorso 24 novembre, data dell'ultimo sbarco prima di quelli di ieri, i migranti giunti sull'isola avvertirono alcuni operatori umanitari che almeno 400 persone erano in procinto di partire verso Lampedusa. Ed è quello che si è verificato. In quest'ultimo periodo l'unico ostacolo è stato il maltempo, che ha anche impedito al traghetto di linea di attraccare per 13 giorni consecutivi, durante i quali la tensione tra i migranti è via via aumentata: lunedì scorso nel Cspa (Centro di soccorso e prima accoglienza) è scoppiata una rissa nella quale dieci persone hanno riportato contusioni e ferite. L'indomani 104 ospiti hanno lasciato il centro decidendo di andare a dormire sul sagrato della chiesa, nonostante il freddo e la pioggia. Il Comune ha così deciso di sistemare alcuni locali dell'ex ufficio anagrafe, consentendo ai migranti di trovare un tetto per la notte. I 104 sono tornati nel Cspa mercoledì e il giorno seguente sono state imbarcate sul traghetto 200 persone, comprese tutte le donne fino ad allora rimaste nel centro.   


Il sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini, fa appello al governo affinchè provveda in fretta ai trasferimenti e gli operatori umanitari temono che con questi numeri la situazione sia difficile da governare. Nel Cspa, dicono, per motivi di sicurezza non si possono utilizzare i letti a castello, con il risultato che gli ospiti in esubero - la maggior parte dei presenti - sono costretti a dormire sui pavimenti.

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