Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Bonus, ora il Comune corre ai ripari: saranno dati a giorni

È quasi compiuto l'iter. Presto il Distretto socio sanitario potrà, attraverso i Comuni, erogare il bonus per il 2011: non risultano altre "pendenze relative al 2010

AGRIGENTO. È quasi compiuto l'iter, presto il Distretto socio sanitario potrà, attraverso i Comuni, erogare il bonus per il 2011: secondo quanto riferito dagli uffici di piano, non risultano altre 'pendenze' relative al 2010. Così Nino Amato, l'assessore ai Servizi sociali dell'ente agrigentino capofila rispetto ad Aragona, Comitini, Favara, Joppolo Giancaxio, Porto Empedocle, Realmonte, Raffadali, Santa Elisabetta, Sant'Angelo Muxaro e Siculiana, comuni che ricadono nello stesso ambito territoriale, ha risposto alla richiesta dei familiari dei disabili agrigentini. Gli stessi che ogni anno, quasi sotto Natale, aspettano il contributo che Regione e Comuni concedono a quanti, dopo le visite dell'Asp, vengano riconosciuti i requisiti necessari.

«È incomprensibile come, se questi soldi sono o dovrebbero essere disponibili a inizio d'anno, da quanto ci dicono negli uffici, e le stesse somme sono riferite all'anno precedente, si debba aspettare sempre dicembre dell'anno successivo alla domanda per ottenere il buono socio sanitario - dice Giuseppe Zerillo, portavoce dell'associazione dei familiari dei portatori di handicap gravi -. In fondo noi le spese per farmaci, presidi sanitari e servizi le affrontiamo giornalmente e non in "differita". Adesso aspettiamo il bonus riferito al 2011 e siamo ancora in attesa del 20 per cento del contributo che, per il 2010, il Comune avrebbe dovuto corrispondere di suo: noi abbiamo ricevuto solo la parte della Regione. Se l'assessore Amato è disposto a fornirci risposte, siamo propensi a chiedergli un incontro», ha concluso.

«Da qui a qualche settimana partiranno sia i servizi che l'erogazione del contributo - ha detto Amato -: sono state redatte le schede "Svama "da allegare alle domande che poi vanno al competente assessorato regionale per la definizione del buono. Il sistema stabilito dalla Regione prevede che il 50 per cento del contributo si traduca in servizi assistenziali domiciliari per i soggetti non autosufficienti. Mentre il restante verrà corrisposto in denaro solo per l'acquisto di quei presidi che non sono indicati nel tariffario: medicinali non erogabili nell'ambito del Servizio sanitario nazionale».  

Caricamento commenti

Commenta la notizia