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Licata, niente refezione scolastica: protestano gli insegnanti

LICATA. Dal Comune non arrivano notizie circa l’avvio della refezione scolastica alle materne e brividi freddi tornano a solcare le schiene degli insegnanti. L’equazione è semplice: in assenza di refezione il numero delle ore in cui i bambini rimangono in classe diminuisce sensibilmente, così esiste il rischio che ci sia un soprannumero di insegnanti.
Il soprannumero, ovviamente, rappresenta un rischio molto elevato per le maestre, che rischiano il trasferimento presso altre sedi, magari lontano dalle città in cui abitano e nelle quali hanno maturato, nell’insegnamento, un’esperienza anche trentennale. Il problema si era posto già lo scorso anno, quando la refezione ha avuto inizio in assoluto ritardo rispetto all’anno scolastico. Come si ricorderà i pasti caldi ai bambini, in classe, vennero serviti soltanto a primavera inoltrata. Il servizio durò due mesi, ma vennero evitati i trasferimenti delle insegnanti. “Dal Comune – hanno annunciato ieri mattina alcune maestre – non abbiamo ancora alcuna indicazione circa l’inizio della refezione scolastica. Nessuna notizia in tal senso è stata data ai presidi. La nostra preoccupazione, perciò, aumenta”.
Palazzo dell’Aquila, come tutti gli altri enti pubblici, è costretto a fare i conti con una grave crisi finanziaria e per ora non ci sono notizie della refezione. Ma le insegnanti si scontrano, denunciano, anche con un altro problema. “Molte nostre colleghe – dicono – godono dei benefici della legge 104, per carità legittimi, ma qualora ci fosse il pericolo di perdere il posto a causa del mancato avvio della refezione, a rischiare sarebbe solo chi non gode di questi benefici”.

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