Ma quanto sono belle le isole siciliane? Dopo Favignana sono sbarcato a Lampedusa, talmente bella che quando atterra l’aereo ti viene voglia di tuffarti direttamente dal finestrino. Ci sono tante leggende sull’isola come quella del nome che sembra avere origine dai lampi.
Gli anziani raccontano dell’imbarcazione Dusa che notò l’isola grazie al bagliore emesso da numerosi lampi. Unendo i lampi e il nome Dusa è uscita Lampedusa! E proprio i lampi ci hanno accolto in questo week end, per la gioia dei tanti turisti arrivati da tutta l’Italia che hanno fatto il bagno ma sotto la pioggia. Per noi siciliani il problema non c’è perché fino alla fine di ottobre possiamo fare ancora i bagni ma al mare.
Tra le tradizioni religiose famosissima è quella della Madonna di Porto Salvo festeggiata proprio qualche giorno fa, dove i fedeli portano in spalla per le vie del centro la Statua della Madonna gridando «Isamula tutti a vuci, evviva a Madonna di Porto Salvo». Tra le tante attività legate alla festa, siccome in Sicilia siamo e sempre a dieta, c’è la gara della pasta e la sagra del pesce, durante la quale i pescatori portano in spalla non la statua, ma il pescato del giorno. Una tradizione nata per arrivare dritti dritti alla «Arrustuta».
Simbolo di accoglienza e di generosità dei lampedusani è la Porta d’Europa, opera dell’artista Mimmo Paladino realizzata in ceramica refrattaria e ferro zincato, con un’altezza di quasi cinque metri, inaugurata il 28 giugno 2008 e posizionata sull’ultimo promontorio dell’isola. Una specie di faro per chi arriva via mare dall’Africa, simbolo di rinascita, e di una vita migliore di quella vissuta nella terra di provenienza.
E come non dimenticare i missili di Gheddafi che arrivarono sull’isola senza creare danno ma che fecero esplodere il turismo su Lampedusa fino a quel tempo quasi sconosciuta. L’evento ebbe una tale risonanza mediatica che che fecero anche un ristorante dal nome «I missili di Gheddafi» dove dicevano che il menù era una bomba.
Per fortuna Lampedusa è un’isola tranquilla a tal punto che ancora qualcuno lascia la porta di casa aperta, tanto si conoscono tutti e al massimo può entrare un gabbiano curioso. L’invito all’accoglienza della popolazione lampedusana si traduce nella parola «O'Scià» che nel dialetto significa «fiato mio» o «respiro mio» che è anche il titolo del festival ideato da Claudio Baglioni, dove ho avuto l’onore di essere ospite nel 2011 dove oltre ad esibirmi ho cantato Avrai con Baglioni al pianoforte. CHI DICI?!
L’isola in questi giorni è invasa da migliaia di persone per seguire il lancio del tour «La vita è adesso» che Baglioni ha voluto fare proprio da Lampedusa che ormai è diventata l’isola dove il famoso cantautore romano trascorre una buona parte dell’anno. E tanta gente ancora rimarrà per Kamalè il festival che si terrà lunedì dove mi esibirò, che celebra il rito dell’accoglienza e la bellezza dell’isola. Insomma, Lampedusa è un posto unico: c’è il mare, il cous cous, le tradizioni, i turisti e pure i missili. Solo una cosa non arriva mai: il traghetto quando c’è il vento di maestrale!

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