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Marijuana, sequestro da record nelle campagne di Naro: 3 persone arrestate, uno è un dipendente comunale

È un sequestro da record quello di questa notte nelle campagne agrigentine: oltre 30 tonnellate di marijuana coltivate in una piantagione di Naro.

Le due maxi coltivazioni scoperte poco meno di una settimana fa a Partinico, in provincia di Palermo, avevano già sorpreso per il quantitativo di droga (circa sei tonnellate), ma l'operazione portata a termine nella serata di ieri dai carabinieri del Comando provinciale di Agrigento ha pochi precedenti in Sicilia: complessivamente più di 30 tonnellate di marijuana sequestrata, decine di sacchi già confezionati, con dentro la droga già essiccata e pronta per essere smerciata per un peso complessivo di oltre 135 chili, ma anche più di 10mila piante coltivate.

Per alcuni giorni i carabinieri avevano controllato i movimenti di tre persone, che sembravano imprenditori agricoli, perchè avevano notato delle strane coltivazioni in un appezzamento di terreno nel territorio di Naro. Ulteriori indagini e poi l'irruzione nel fondo agricolo hanno poi portato alla scoperto e all'arresto dei tre, uno dei quali un dipendente comunale. Sono accusati di coltivazione e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Al dipendente comunale contestato anche il reato di illegale detenzione di arma da guerra, venuta fuori durante la perquisizione e sulla quale sono in corso le verifiche del Ris che dovrà valutare se sia stata recentemente utilizzata.

Ma è la grande mole di marijuana scoperta, il piatto forte dell'operazione. Che non si è limitata alla prima irruzione. In un casolare, che poi in realtà era stato trasformato in un essiccatoio per la lavorazione della droga, sono stati rinvenuti infatti anche altri sacchi con la droga e poi per terra e su reticolati metallici a più strati, una grandissima quantità di marijuana.

Da un'ulteriore ispezione è saltata fuori un'altra piantagione in un fondo agricolo poco distante da lì e nascosta tra i filari di una coltivazione di alberi di cachi: altre 10.000 piante di quasi due metri di altezza. Secondo una stima, tutta la droga sequestrata, una volta messa in commercio, avrebbe potuto fruttare almeno quindici milioni di euro.

 

 

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