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AGRIGENTO. Cuore, fegato, reni e polmoni. Sono almeno quattro le persone che, dopo l'espianto multiplo di organi all'ospedale «San Giovanni di Dio» di Agrigento, avranno una possibilità in più di salvarsi. A donare gli organi è stata la famiglia di una quarantasettenne di Sperlinga, piccolo centro alle porte di Nicosia, nell'Ennese. Una donna che è deceduta a causa di una emorragia cerebrale.
L’intervento, terminato nella prima mattinata di domenica scorsa, ha visto il coinvolgimento di chirurghi e sanitari appartenenti ai diversi reparti ospedalieri del "San Giovanni di Dio", seguiti dal responsabile dell’unità di Anestesia e Rianimazione, il dottor Alfonso Palillo.
«Abbiamo impiegato complessivamente 24 ore - ha spiegato ieri il direttore sanitario Asp, Silvio Lo Bosco - per arrivare a questo risultato. Coinvolti anestesisti, chirurghi, personale di sala operatoria. Rientra nell'obiettivo del ministero della Salute per l'implementazione della donazione di organi, in favore di chi attende e rischia di soccombere. E' vero che l'organizzazione sanitaria ha un costo, ma la salute non ha prezzo.
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