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Ravanusa, no all’uscita dal consorzio Tre Sorgenti

RAVANUSA. Dopo aver bocciato il Piano triennale delle opere ed approvato il Bilancio 2015, il Consiglio comunale di Ravanusa ha detto no all’uscita dell'ente dal Consorzio acquedottistico "Tre Sorgenti" di Canicattì. La delibera, proposta dall'amministrazione comunale guidata dal sindaco Carmelo D'Angelo, è stata respinta all'unanimità dei presenti, 17 consiglieri. Sia maggioranza che opposizione, dunque, hanno votato contro l’uscita del Comune dalla società partecipata Tre Sorgenti.

L'amministrazione aveva portato in aula questa proposta di delibera, dopo aver ricevuto dalla Regione un invito a razionalizzare le società partecipate e ridurre la spesa pubblica. Tra le società di cui il Comune di Ravanusa detiene delle quote azionarie, il sindaco ha ritenuto "superflua" quella del Tre Sorgenti e quindi ha passato tutto l'incartamento al Consiglio comunale che ha detto di no a questa ipotesi.

Durante la discussione in aula si sono succeduti diversi interventi, soprattutto quello di Giacomo Vivacqua (Il Megafono) che ha ribadito l'importanza di mantenere in vita e di rilanciare l'attività del Tre Sorgenti in vista del ritorno alla gestione pubblica del servizio idrico. In precedenza, il Consiglio comunale, su pressione dei comitati civici cittadini si era espresso a favore della gestione pubblica del servizio idrico, quindi, secondo quanto sostenuto dai consiglieri comunali, sarebbe stato un paradosso votare a favore della delibera per la fuoriuscita dal consorzio acquedottistico di Canicattì. Il Consiglio ha inoltre detto di no, bocciando la proposta, per la sdemanializzazione di un lotto di terreno.

Intanto tiene ancora banco la disputa politica sulla bocciatura del piano triennale delle opere pubbliche, che secondo le accuse del sindaco avrebbe fatto perdere un finanziamento di 700 mila euro per la messa in opera dell'erba sintetica sul campo di gioco dello stadio "Saraceno". Interviene il segretario locale del Pd, Vittorio Rago: "Il sindaco D'Angelo ha sacrificato il piano triennale delle opere pubbliche ledendo in maniera grave la nostra città, pur di caricare responsabilità d'immagine negativa ai gruppi consiliari d'opposizione.Infatti se il punto non è passato e perché un consigliere di maggioranza e arrivata " per caso" in ritardo per l'espressione di voto sulle opere triennali e "per caso" in tempo per votare il bilancio.

Se D'Angelo non ha una maggioranza e ogni volta che si è in Consiglio si ritrova alla ricerca di sostegno tra i banchi delle opposizioni, con tecniche anche non convenzionali, ne prenda atto con coraggio e coerenza e si dimetta, restituendo agli elettori il giudizio sulla sua amministrazione e la possibilità di eleggere un sindaco con una maggioranza, che sappiano dare risposte ad un paese che non merita questo declino».

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