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Canicattì, aiuti e solidarietà ad un gruppo di immigrati

CANICATTI'. Provati e smarriti dopo una notte trascorsa all'addiaccio sulle panchine della villa comunale senza il benché minimo conforto quattro di sette migranti sbarcati il 17 novembre a Lampedusa non hanno trovato di meglio ieri mattina che ripararsi all'interno del palazzo municipale di corso Umberto I. Una presenza silenziosa, per niente molesta, ma che comunque ha contribuito a turbare utenti e soprattutto impiegati comunali che però si sono riconfermati esempi di solidarietà ed accoglienza.

Dopo aver compreso la loro storia, grazie ad una persona che parlava inglese, si è scatenata una gara di solidarietà. Ai quattro somali, tra i 18 ed i 22 anni, gli impiegati hanno offerto parole di conforto ma soprattutto acqua ed un panino. L'ultima cena, se così si può chiamare, giovedì notte prima di essere lasciati a Canicattì nei pressi della stazione per adempiere al decreto di espulsione emesso dalla Questura di Agrigento nella mattinata dopo la sedicente identificazione.

Tutti infatti non hanno documenti ed hanno declinato le loro generalità. Sulla fiducia. Uno dei sette somali giunti in città giovedì notte a bordo di un pullman messo a disposizione della Questura, così hanno raccontato, sul decreto di espulsione aveva un cognome alto sonante anche in Italia "Mubarak" ma non ha vantato parentele illustri.

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