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Saetta, a Canicattì il giorno del ricordo

Era il primo presidente della Corte d'Appello del Tribunale di Palermo ed aveva già dato la disponibilità a presiedere il «Maxiprocesso» alle cosche

CANICATTI'. Oggi è il giorno di Antonino Saetta. Numerose le iniziative in ricordo del giudice ucciso dalla mafia il 25 settembre del 1988 insieme al figlio sulla strada statale 640. Mentre a Caltanissetta arriva il presidente della Repubblica per ricordare il magistrato, proseguono a Canicattì gli eventi della "Settimana della Legalità" dedicata a Saetta e Livatino, due magistrati canicattinesi, uno giudicante l'altro inquirente, da sempre accomunati nell'immaginario collettivo, così come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, come emerge chiaramente dalle intitolazioni di scuole, centri, premi, proposte artistiche, aule di tribunale, pagine Facebook.

Il giudice Antonino Saetta era di Canicattì ma abitava a Palermo con i suoi familiari. Era il primo presidente della Corte d'Appello di Palermo e aveva già dato la disponibilità a presiedere il "Maxiprocesso" d'appello. Negli anni '80 aveva presieduto la Corte d'Appello di Caltanissetta. La sera dell'agguato, ventisette anni fa, era alla guida della sua auto sulla strada statale 640 che collega Agrigento con Caltanissetta; stava rientrando a casa dopo avere partecipato al battesimo di un nipotino celebrato a Canicattì insieme a parenti e amici. Accanto al giudice c'era il figlio Stefano, di 35 anni. Entrambi, padre e figlio, furono uccisi a colpi di mitraglietta.

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