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Il caso della chiusura di Torre Macauda a Sciacca, duri i sindacati: «La politica è assente»

SCIACCA. "Siamo in una situazione drammatica perché salta per la seconda volta la stagione per i lavoratori, ma è la città nel suo complesso che ne riceve un danno perché vedrà diminuire le presenze turistiche". Massimo Raso, segretario provinciale della Cgil, commenta così le ultime novità riguardanti Torre Macauda. L'albergo resterà chiuso anche nella stagione 2014. Il giudice delle Esecuzioni del tribunale, Maria Cristina Sala, ha autorizzato il custode giudiziario a procedere alla vendita di 182 lotti, tra monolocali, bilocali e trilocali, ma escluso la possibilità di cedere in locazione l'albergo per la stagione 2014. La struttura necessita di interventi di manutenzione per circa 400 mila euro. Rimarranno a casa 40 lavoratori che fino al 2012 sono stati impegnati a Torre Macauda e che durante la scorsa stagione estiva hanno effettuato anche sit-in di protesta davanti all'albergo. Con striscioni che recavano scritte del tipo "lavoro è dignità" hanno cercato di destare l'attenzione sulla loro condizione e anche sulla necessità di assicurare l'apertura dell'albergo. "Nulla di quello che ora si sta mettendo in campo non era prevedibile già da tempo - dice Massimo Raso - ma purtroppo non si possono affrontare con gli strumenti della giustizia una serie di problematiche che andavano gestite diversamente. Noi abbiamo denunciato questa situazione più volte, ma adesso dobbiamo registrare un nuovo fatto negativo per le prospettive occupazionali dei lavoratori". Per Massimo Raso c'è stata su Torre Macauda una scarsa attenzione della classe politica. "E non solo su Torre Macauda - dice il sindacalista - ma anche su altri fronti della vicenda turistico termale. A Sciacca si continua a non fare il punto della situazione per fare ripartire lo sviluppo in particolare in questa zona. Lo sviluppo turistico non può essere sempre annunciato e mai praticato". Sulla Torre Macauda il sindaco, Fabrizio Di Paola, fa sapere: "Verificheremo la possibilità di un intervento di natura politica nell'ambito di un procedimento che però è di natura giudiziaria". Per quanto riguarda le presenze turistiche la città dovrà rinunciare, anche per il 2014, a 2500 posti letto. L'obiettivo del custode giudiziario è adesso di procedere alla vendita per soddisfare quanto più è possibile creditori, tra i quali Ircac e banche, per circa 40 milioni di euro. Respinta dal giudice la richiesta delle società esecutate di tornare a gestire il bene. Adesso il custode procederà alla vendita delle strutture del residence, 182 lotti tra monolocali, bilocali e trilocali. Il valore di questi beni è di circa 10 milioni di euro. Cracò, nella qualità di delegato, deve fissare il giorno della vendita che potrebbe essere completata entro il prossimo mese di marzo. Si attende, invece, la stima della struttura alberghiera per procedere alla vendita anche dell'albergo che nel 2013 è rimasto chiuso e che non aprirà i battenti neanche nella prossima stagione estiva.

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