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Accusato di appropriazione indebita Archiviata l’indagine su Migliara

AGRIGENTO. Non c'è stata nessuna appropriazione indebita, né alcuna truffa: il gip del tribunale di Agrigento, Alessandra Vella, ha archiviato l'inchiesta avviata a carico di Roberto Migliara, ex segretario della Cisl. L'indagine era stata avviata dopo la denuncia presentata dai vertici della Ceama, la Cassa edile di Agrigento, che segnalavano delle irregolarità nell'erogazione delle liquidazioni. La Procura, dopo avere svolto le indagini, ha ritenuto infondate le accuse nei confronti del sindacalista e ne ha chiesto l'archiviazione. La stessa Ceama, però, ha presentato una formale opposizione chiedendo che si svolgessero nuove indagini e il giudice Vella, così come prevede la procedura, ha fissato un'udienza per ascoltare tutte le parti. Qualche giorno dopo il procedimento a carico di Migliara, che è stato difeso dall'avvocato Santino Russo, è stato archiviato per infondatezza della notizia di reato. Va invece avanti, anche se l'udienza preliminare è slittata più volte, la vicenda giudiziaria avviata sulla base di un esposto dello stesso Migliara nei confronti dell'ex direttore della Cassa Edile Salvatore Grado. La vicenda, nel novembre del 2009, fu al centro di un'aspra polemica fra Migliara e lo stesso Grado. Il primo denunciò pubblicamente "situazioni poco chiare" e lanciò dei sospetti su una fideiussione che si sarebbe aggiunta alla buonuscita finendo sempre nelle tasche dell'ex direttore della Cassa che gestisce i fondi assistenziali e alcuni servizi dei lavoratori del settore edile. Migliara aveva invitato la Procura ad accertare la regolarità di tutte queste procedure e a verificare se ci fossero state condotte illecite. La buonuscita del direttore, andato in pensione nell'ottobre del 2009, secondo Migliara sarebbe stata "gonfiata" con mezzi fraudolenti. Il risultato, al termine delle indagini, è stata la richiesta di rinvio a giudizio dello stesso Grado e del presidente dell'epoca Arsenio Coiro. Entrambi sono accusati di appropriazione indebita. Il provvedimento portava la firma del procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e dei pubblici ministeri Luca Sciarretta e Giacomo Forte. I due imputati, secondo l'accusa, avrebbero approfittato della loro carica dirigenziale all'interno dell'ente per fare lievitare la buonuscita di Grado che avrebbe incassato circa 800mila euro. L'ex direttore si è sempre difeso sostenendo che nei suoi confronti è stata solo applicata la normativa in materia. L'udienza preliminare per decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio (salvo richieste di riti alternativi) doveva iniziare il 19 aprile ma, dopo vari rinvii, è slittata al 21 gennaio

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