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Cattolica, presunti reati ambientali: sequestrato un mini parco eolico

Sigilli dai carabinieri dopo un’ordinanza preventiva disposta dal gip del tribunale di Agrigento

CATTOLICA. E' stato sequestrato ieri per presunti reati ambientali il nascente mini parco eolico sulla Montagna Lunga.
I carabinieri della locale stazione, diretti dal maresciallo Liborio Riggi, per la seconda volta nel giro di pochi mesi, in esecuzione di un'ordinanza di sequestro preventivo disposta dal gip del tribunale di Agrigento, ieri mattina hanno messo i sigilli su oltre 1200 metri quadrati di terreno privato nel quale sono in costruzione alcune grandi pale eoliche. Sono stati sottoposti a sequestro dai militari dell'Arma anche un tratto di strada di oltre un chilometro - di cui per metà di proprietà del Comune e metà del privato - che attraversa un'area boschiva del demanio forestale e che sarebbe stato danneggiato all'inizio dei lavori per consentire l'accesso ai mezzi pesanti nel cantiere che si trova nella parte alta della Montagna Lunga a Cattolica Eraclea lungo la strada per Raffadali.
Nel corso dell'indagine - aperta dalla procura della repubblica di Agrigento dopo la denuncia presentata da alcuni cittadini che avevano promosso una raccolta firme - sono stati denunciati il proprietario, A. S., imprenditore agrigentino di 73 anni, e gli esecutori dei lavori finalizzati all'installazione delle pale eoliche, a quanto pare quattro o cinque .
Al centro dell'inchiesta ci sono i lavori probabilmente abusivi - eseguiti "in assenza di autorizzazioni" secondo gli inquirenti - e reati ambientali di varia natura con l'aggravante di aver arrecato, secondo le accuse, grave rischio per l'incolumità pubblica.
Sotto accusa, infatti, anche i primi lavori ritenuti abusivi che furono svolti per allargare la strada che porta in contrada Principotto - Montagna Lunga dove è stato realizzato un basamento di cemento "a 600 metri dal centro abitato", secondo quanto emerge dalle indagini.
Già lo scorso marzo il nascente mini parco eolico era stato sigillato per essere dissequestrato un mese dopo su istanza dei proprietari. Ma ulteriori indagini svolte dai carabinieri di Cattolica Eraclea, diretta dalla compagnia ndi Agrigento diretta dal capitano Giuseppe Asti, hanno portato il sostituto procuratore Giacomo Forte, che coordina l'inchiesta, a chiedere un nuovo sequestro preventivo al giudice per le indagini preliminari che, alle luce degli ulteriori elementi raccolti, ha riconfermato il precedente provvedimento facendo scattare nuovamente i sigilli.

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