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Agrigento celebra Calogero, il Santo nero

AGRIGENTO. Spenti i riflettori sulla storica visita di Papa Francesco a Lampedusa, i temi dell’integrazione razziale e della solidarietà si riaccendono ad Agrigento dove domenica si concludono i festeggiamenti in onore di San Calogero, il Santo Nero, amato e venerato dagli agrigentini più di ogni altro Santo del paradiso.
I festeggiamenti sono iniziati domenica scorsa, era previsto - come ogni anno - il solenne pontificale di mons. Francesco Montenegro. La visita del Pontefice ha stravolto il programma. Il pontificale, però, ci sarà domenica e sarà la prima uscita ufficiale dell’arcivescovo dopo la visita del successore di Pietro giunto in terra agrigentina per parlare ai cuori induriti, chiedere perdono a nome dell’Umanità per la strage di immigrati inghiottiti dal mare e ricordare «che per incontrare Dio, un Dio vivo e non sopra le nuvole, occorre baciare le piaghe di Gesù nei nostri fratelli affamati, poveri, malati. Non serve una meditazione, non uno sforzo filantropico, non una mortificazione fine a se stessa. Ma un incontro umano, vero, carnale».
Ed il vescovo parlerà alla sua gente a suo modo, con la libertà di sempre. Subito dopo il suo insediamento aveva scosso le coscienze condannando le leggi vigenti sull’immigrazione, denunciando che oggi San Calogero sarebbe stato considerato un clandestino.
Il programma dei festeggiamenti va avanti. Ieri mattina la confraternita e l'associazione dei «Portatori di San Calogero» hanno visitato gli anziani delle case di riposo, distribuendo il pane benedetto, allietandoli con i ritmi del suono dei tamburi. Alle 17.30 nel Santuario c’è stata la benedizione dei bambini e delle famiglie. Alle 18 l’omelia sul tema «Dio amore, il mistero della Santissima Trinità». In serata è stato proiettato il film-documentario realizzato dall'associazione ”I tammura di Girgenti”.
L’omelia di oggi sarà incentrata su «Cristo verbo incarnato, la piena rivelazione del Padre».
Domenica mattina l’apertura del Santuario è fissata per le 5.30, ed alle 6 il primo arrivo dei pellegrini dai vari gruppi parrocchiali e inizio delle Sante Messe
Alle 11,45 la Santa messa solenne, mentre alle 13, prende il via la processione del simulacro del Santo che «di corsa», al ritmo di una marcetta, attraverserà i quartieri del centro storico. Alle ore 20 inizierà la preparazione del fercolo per la processione serale. I giochi pirotecnici e la fiaccolata concluderanno i festeggiamenti.
Molti dei pellegrini seguono la processione a piedi scalzi.
Il pane viene lanciato dai balconi al passaggio della statua: nel periodo della pestilenza era San Calogero passare sotto le case e chiedere viveri e pane per gli ammalati ammassati nei lazzaretti.
Alcuni devoti preferiscono dare una forma al pane per rappresentare le parti del corpo miracolate da San Calogero: braccia, gambe, testa, neonati, mani. Il graziato ne terrà una parte per sè il resto lo distribuirà ad amici e parenti. Una parte sarà lasciata al Santuario affinché venga distribuito ai forestieri.
Piccoli gesti di condivisione, che hanno radici nella storia secolare. Il futuro dell’Umanità invocato da Papa Francesco a Lampedusa, insomma, ha radici nel passato.

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