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Realmonte, minaccia di darsi fuoco Salvato un operaio cassintegrato

E' accaduto davanti alla miniera italkali. Il comandante della stazione dei carabinieri gli ha parlato e l’ha convinto a desistere

REALMONTE. Davanti l'ingresso della miniera di salgemma Italkali, in contrada Scavuzzo a Realmonte, con in mano un bidone di cinque litri di benzina, minacciava di cospargersi e darsi fuoco. Da cinque mesi era stato messo in cassaintegrazione dalla coop dove svolgeva il lavoro di palista, nel ventre della miniera. Un lavoratore dell'indotto, uno dei tanti.

Uno che però, sposato e padre di due figli già grandi (di 21 e 17 anni), non riusciva più a sostenere le spese di una casa e di una famiglia. Un operaio, residente a Realmonte, che s'è scoraggiato e che ha minacciato di suicidarsi in maniera eclatante. In maniera forse anche provocatoria contro il silenzio che avvolge le sofferenze economiche di onesti operai, abituati a lavorare, desiderosi di poterlo fare, intenzionati a portare il "pane" a casa.

Di persone che, di punto in bianco, probabilmente per un calo di lavoro, subiscono l'onta di una cassaintegrazione forzata. L'operaio, A. B., 44 anni, probabilmente avrebbe persistito nel suo intento se, miracolosamente, non fossero arrivati i carabinieri della stazione cittadina.

Uno, in particolar modo: il comandante, il maresciallo capo Roberto Violante. Con calma e ostentando grande comprensione per il caso umano, il maresciallo capo Violante si è avvicinato all'operaio disperato, gli ha parlato, l'ha convinto a desistere. Il comandante della stazione dei carabinieri di Realmonte ha saputo toccare le corde dell'anima dell'operaio perché gli ha chiesto di pensare ai "suoi due figli, di non lasciarli in mezzo ad una strada". Violante, durante quei concitati difficili momenti, si sarebbe detto anche disponibile a "parlare con la cooperativa, con l'azienda per risolvere il problema, per farlo rientrare in servizio prima possibile".

E alla fine, il quarantaquattrenne ha ceduto: ha abbracciato lo stesso comandante della stazione dell'Arma e gli ha chiesto scusa per il gesto disperato che s'accingeva a compiere. Poi, l'operaio, con grande riservatezza da parte dei militari, è stato allontanato dall'ingresso della miniera ed è stato accompagnato a casa.

"Si tratta di un onesto lavoratore - si è limitato a dire, ieri, il maresciallo capo Roberto Violante - . Di una persona perbene". Di un uomo - l'unico a portare uno stipendio a casa - che s'è probabilmente sentito mancare, proprio a causa della cassaintegrazione, il terreno sotto i piedi.

Il sindaco del paese, Piero Puccio, ha ringraziato a nome della comunità il comandante Violante che "col suo gesto ha scongiurato un'altra tragedia, dopo quella che ha sconvolto la cittadina appena qualche giorno addietro. Ho intenzione - ha aggiunto Puccio - di contattare l'operaio e magari andare a trovarlo con lo stesso maresciallo capo". Appena lunedì, a Realmonte, un operaio di 33 anni - padre di un bambino di due anni - si era suicidato, impiccandosi, dopo essere stato licenziato nella ditta dove lavorava.

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