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Favara, funerali di nuovo nelle parrocchie: "Firmata l’ordinanza"

Si riprende una vecchia usanza che fu interrotta nell’ottobre del 1973 da un’ordinanza che stabilì, per motivi sanitari e di mobilità urbana, di far dire messa esclusivamente nella cappella del cimitero di Piana Traversa

FAVARA. La Chiesa impone, il Comune si adegua. Dal prossimo 2 novembre i funerali torneranno a celebrarsi nelle parocchie a cui da vivo è appartenuto il defunto. Si riprende una vecchia usanza che fu interrotta nell’ottobre del 1973 da un’ordinanza dell’allora assessore ai servizi cimiteriali, il medico Pietro La Russa, che stabilì, per motivi sanitari ma, soprattutto, di mobilità urbana, di far dire messa funebre esclusivamente nella cappella del cimitero di Piana
Traversa dotato di adeguato posteggio.

Il diktat del presbiterio locale è stato confermato nei giorni scorsi dall’ arcivescovo Franco Montenegro a cui il sindaco si era rivolto per ottenere una deroga. Ma anche il capo della diocesi agrigentina ha dovuto rendere conto alla Conferenza Episcopale Italiana che nell’estate scorsa aveva imposto la celebrazione delle esequie, presente il morto, nelle parrocchie distribuite nel
territorio urbano. Proprio per dar corso alle nuove disposizioni ecclesiali, il sindaco Rosario Manganella ieri mattina ha revocato l’ordinanza di quasi 40 anni fa sostituendola con una nuova in cui conferma che i funerali non si terranno più al cimitero ma aggiungendo dei paletti.

«L’amministrazione comunale – si legge nella fresca disposizione – fa divieto del saluto e delle strette di mano ai familiari del defunto nelle pubbliche vie e davanti alla chiesa. Si auspica che i cittadini, fedeli e comunità ecclesiale trovino forme per l’espressione delle condoglianze (come ad esempio un registro delle firme) che manifestino civiltà e rispetto per il dolore dei parenti e dei luoghi». Il divieto del saluto è finalizzato a non creare caos per strada con riverberi im mediati sulla circolazione autoveicolare anche perché è risaputo che a Favara tutti i funerali sono molto partecipati. Anche il precedente sindaco, Mimmo Russello, aveva tentato di eliminare l’usanza della stretta di mano e, a volte, dell’abbraccio e del bacio, approfittando del diffondersi di un contagio che, comunque, non ha colpito la popolazione favarese. Anche lui sottoscrisse un’ ordinanza che ebbe parziale applicazione. Retaggi antichi ancora frenano la modifica di certi comportamenti.

Gli effetti della disposizione della Chiesa e della conseguente ordinanza del sindaco Manganella si potranno conoscere al primo funerale: Se il traffico impazzirà vuol dire che qualcosa non avrà funzionato, altrimenti l’operazione potrà considerarsi positiva chiudendo con un’usanza odiata ma al contempo rispettata da tutti, quella di accorrere in massa al cimitero per stringere la mano ai familiari del morto.

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