Alla Valle dei Templi di Agrigento una statuetta di una divinità greca che riaffiora dal sottosuolo rimette in discussione lo scenario religioso dell’antica Akragas. Sensazionale ritrovamento durante gli scavi archeologici in corso condotti dalla Scuola Normale di Pisa al Tempio di Giunone. Un prezioso reperto ora al vaglio degli studiosi e degli archeologi. «Gli scenari che si aprono con queste novità – spiega il professore Gianfranco Adornato, direttore scientifico degli scavi - vanno a soddisfare alcune nostre domande relative per esempio alla ritualità, ai culti, ma soprattutto a come veniva vissuto il santuario. La divinità rinvenuta è una figura femminile particolarmente importante nel Pantheon greco e in qualche modo va a ridisegnare lo scenario religioso di Agrigento in età arcaica e classica. Questo ovviamente ha un impatto proprio sulle pratiche cultuali. Cercheremo di capire in connessione con questa divinità quali siano gli oggetti che i devoti portavano al santuario e questo verrà messo in collegamento con i rinvenimenti che vengono proprio dall’altare. L’altare è il luogo sacro per eccellenza. Il tempio in qualche modo è la casa della statua della Divinità, mentre l’aspetto religioso cultuale si svolge al di fuori del tempio, proprio sull’altare. Lo studio combinato di queste informazioni, la scelta per esempio delle tipologie vascolari potrà ridisegnare il culto di questa Dea molto importante anche all’interno del Pantheon agrigentino».
Si può mettere in discussione la dedicazione del tempio a Giunone?
«L’attribuzione che Fazello fece nel “De Rebus Siculis” nel 1558 – spiega Adornato - su base antiquaria, rileggendo un passo di Plinio il Vecchio, in cui si ricorda questo quadro di Zeus realizzato per un tempio ad Agrigento, dedicato a Giunone Lacinia o Lucina, che era basato semplicemente su questa associazione tra l’informazione letteraria e il dato monumentale, in realtà cade alla luce dell’evidenza archeologica e diciamo che la campagna di scavi di quest’anno ci ha regalato questa importante sorpresa, che avrà una ricaduta sull’intera città di Agrigento». Risultati di grande valore storico, archeologico e scientifico raggiunti grazie all’impegno e alla gestione illuminata del Parco Archeologico e Paesaggistico Valle dei Templi. «Grazie al supporto del direttore Roberto Sciarratta e all’archeologa Maria Concetta Parello – conclude Adornato - siamo riusciti ad immaginare un contesto santuariale molto più ampio, in un’ottica interpretativa olistica che tenesse conto non solo del tempio, molto studiato anche in passato, ma anche dell’idea di un santuario molto più esteso di cui stiamo cominciando a definire i contorni. Siamo stati particolarmente fortunati in questa campagna di scavo, perché proprio da uno dei quattro saggi è stata rinvenuta la statuetta particolarmente interessante che apre nuove scenari». Nel video l'intervista al professore Gianfranco Adornato, direttore scientifico degli scavi