"Ancora una volta piove, ancora una volta va in tilt quel sistema che nell’Area Interna dei Sicani si ha l’ardire di definire strade". Maria Rosaria Provenzano, dirigente scolastica dell’I.C. “A. Manzoni” Di Alessandria della Rocca, Bivona e Cianciana ,denuncia l'abbandono di una delle zone interne più belle della Sicilia, portavoce delle decine di famiglie costrette a sopportare anomali disagi. "Fango, blocchi delle vie di accesso ai paesi dell’Area interna, persone impantanate lungo le vie, rendono difficile raggiungere abitazioni e posti di lavoro e ancora una volta le SCUOLE, LE UNICHE AGENZIE EDUCATIVE presenti nel territorio, cercano di fronteggiare l’ennesima e diversificata emergenza - sottolinea - Una emergenza, per definizione, si sa è qualcosa di improvviso che non è possibile prevedere, rispetto alla quale ci si deve rimboccare le maniche e darsi da fare per fronteggiarla nel migliore dei modi possibili. Ma siamo proprio sicuri che quella dell’Area interna Sicana quando piove sia una emergenza???" Purtroppo le condizioni climatiche, ahimè, sono ormai diventate una costante delle nostre stagioni invernali e soprattutto la situazione viaria dei paesi di Alessandria della Rocca, Bivona, Cianciana, S. Stefano, S. Biagio non rientra più nel novero di ciò che può essere definito emergenza "ma è, a pieno titolo, normalità - dice ancora Provenzano-. E se è “normalità”, allora appare spontaneo chiedersi: ma la Politica, quella dei più alti Palazzi, di chi governa e amministra cosa fa? Perché non utilizza gli strumenti della programmazione e degli investimenti finanziari, per muovere la macchina pubblica e trovare soluzioni vere, concrete e reali? Perché non ci si adopera fra una emergenza e l’altra? Perché non si trovano risposte tempestive a questi bisogni primari anziché lasciare ai sindaci come unico strumento di salvaguardia e di sicurezza l’ordinanza di chiusura delle scuole per allerta meteo?" Da troppi anni, decenni per la verità, questo territorio vive uno stato di isolamento geografico che ha cercato di colmare o compensare con vivacità organizzativa garantita da chi ha amministrato, dalle associazioni culturali, dalle parrocchie e dalle SCUOLE, che hanno rivestito e rivestono tutt’ora un ruolo principale nell’ “animazione culturale” di questi luoghi. "Le scuole fronteggiano ogni giorno vari e molteplici compiti, da quelli propri a quelli reali, divise fra cercare di garantire agli alunni il successo formativo e provare a fornire agli studenti gli stimoli culturali, anche i più piccoli, in considerazione del fatto che nei territori non vi è un cinema, né un teatro ed anche la situazione socio-economica non può certo definirsi florida e come già anticipato… Le strade, nel 2021, continuano a mancare!". "La quotidianità scolastica in queste giornate viene tristemente caratterizzata dal motto “Primum vivere deinde philosophari” - stigmatizza ancora la dirigente -. Tenere insieme gli obiettivi del Piano dell’Offerta Formativa, che spaziano dal desiderio di offrire agli alunni oltre ai saperi curricolari anche percorsi di cittadinanza attiva, proposte di attività ludico- sportive con i Pon, progetti con gli stakeholders del territorio, con le condizioni infrastrutturali che mettono a repentaglio la sicurezza dei lavoratori di questi paesi, è diventato un prezzo che non siamo più disposti a pagare!" "Si parla tanto di isolamento del Sud, di divario fra gli studenti del Nord e quelli delle nostre zone, ci si interroga sul perché dei risultati fallimentari delle Prove Invalsi, ma: quali sono gli interventi che sono stati attuati per creare le condizioni affinché i nostri giovani abbiano gli strumenti per emergere? Quale attrattiva possono avere per LORO i nostri territori, o per le piccole e medie imprese che i giovani, desiderosi di vivere nei loro paesi, possono pensare di creare???? Perché decidere di rimanere in un posto che è una “Isola nell'isola”, in una terra che quotidianamente ricorda loro che devono rimanere Ultimi, qualunque sia il loro talento o l’impegno che possano dedicare alla loro formazione personale e culturale?" E' la domanda finale a cui gli amministratori e i politici sono chiamati a rispondere