Agrigento

Venerdì 03 Maggio 2024

Mafia, Cattolica Eraclea ricorda il carabiniere Barranco

“Il suo esempio è un insegnamento al sacrificio personale e di attaccamento a tutta l’Arma dei carabinieri e alla nazione. La sua commemorazione oggi ha un valore maggiore perché si inquadra nell’occasione delle celebrazioni del Bicentenario della fondazione dell’Arma”. Così il colonnello Riccardo Sciuto, comandante provinciale dei carabinieri di Agrigento, ha ricordato ieri il carabiniere scelto Domenico Barranco in occasione della cerimonia solenne del 59esimo anniversario del suo assassinio. Al militare dell’Arma originario di Cefalù, medaglia d’argento al valor civile, ucciso a trentatré anni a Cattolica Eraclea il 18 maggio del 1955, è stata intitolata una lapide commemorativa all’interno della villetta dedicata a tutte le vittime della mafia in via Collegio che è stata scoperta ieri alla presenza delle autorità civili, militari e religiose, dei familiari tra i quali la sorella Carmela, e di una sessantina di concittadini cefaludesi accompagnati dal sindaco di Cefalù Rosario Lapunzina. Toccante il ricordo della nipote Maria Rosaria Barranco che ha ricordato la figura dello zio “vittima della mafia e del dovere”. Una Guardia d’onore in grande uniforme speciale composta da sei carabinieri, un maresciallo e un trombettiere, schierati nel luogo della cerimonia, dove è stata scoperta la lapide commemorativa, hanno fatto da cornice alla cerimonia in ricordo del carabiniere scelto Domenico Barranco. Erano presenti, oltre al comandante provinciale dei carabinieri anche il questore Giuseppe Bisogno e il comandante provinciale della guardia di finanza, il colonnello Massimo Sobrà, che hanno condiviso il ricordo del carabiniere vittima della mafia e del dovere, con ufficiali, marescialli, brigadieri, appuntati e carabinieri intervenuti da varie parti della provincia di Agrigento. Prima della benedizione della lapide la declamazione di una poesia in vernacolo da parte del maresciallo Liborio Riggi, comandante dei carabinieri di Cattolica Eraclea. Altri due carabinieri, sempre in grande uniforme speciale, hanno invece deposto una corona d’alloro davanti alla lapide in cui, a perenne memoria, è stata incisa la motivazione della medaglia d’argento al valor civile per Barranco: “Durante un servizio di perlustrazione, avvistati due individui che avendo compiuto poco prima un’impresa delittuosa, tentavano di allontanarsi con la refurtiva, si slanciava arditamente per primo al loro inseguimento e, malgrado fatto segno a colpi d’arma da fuoco, proseguiva coraggiosamente nella sua azione. Gravemente ferito da un colpo di pistola, mentre stava per afferrare uno dei malfattori, trovava ancora la forza di reagire col fuoco della sua arma, fino a quando si abbatteva esanime al suolo. Mirabile esempio di dedizione al dovere, spinta fino al sacrificio della vita”. “E’ oggi per noi importante - detto il sindaco di Cattolica Eraclea Nicolò Termine – ricordare il sacrificio supremo del carabiniere Domenico Barranco il cui delitto sconvolse all’epoca Cattolica Eraclea per la sua efferatezza. Il ricordo cattolicesi e sempre rimasto vivo e l’occasione di questa cerimonia è importante per trasmettere il suo esempio alle giovani generazioni” (di Calogero Giuffrida).
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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