AGRIGENTO. Contro la Lupa Castelli Romani dobbiamo giocare la partita della vita, dobbiamo pensare che sia la finale di Champions». L'allenatore dell'Akragas, Pino Rigoli, prova a estremizzare al massimo per scongiurare un errore frequente in partite del genere, vale a dire quello di sottovalutare le avversarie. La formazione laziale, che all'andata (quando in panchina sedeva ancora Nicola Legrottaglie) è riuscita a strappare un punto, è rassegnata da tempo alla retrocessione. La classica squadra materasso che però domenica contro il Messina ha alzato un muro difensivo che ha resistito per 87 minuti. Sulla carta l'avversaria ideale della formazione agrigentina per ripartire dopo lo stop di sette giorni fa contro la Juve Stabia che ha interrotto la serie di sei vittorie consecutive. «Hanno fatto otto punti in venticinque partite - avverte Rigoli - ma non sono una squadra allo sbando. Insieme ai miei collaboratori ho studiato a lungo i prossimi avversari e ho visto che si tratta di una squadra viva soprattutto dal punto di vista fisico». DAL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA. PER LEGGERE TUTTO ACQUISTA IL QUOTIDIANO O SCARICA LA VERSIONE DIGITALE