La camicia del giudice Rosario Livatino, ucciso dalla mafia nel settembre del 1990, chiusa in una teca, è entrata nel carcere di Torre del Gallo a Pavia. Un’occasione per fare riflettere i circa 670 detenuti della casa circondariale pavese. Ha chiesto di essere presente anche Paolo Amico, uno dei killer del «giudice ragazzino». Amico è accusato di essere stato l’esecutore materiale dell’omicidio, il 21 settembre 1990: con questa pesante accusa è stato condannato all’ergastolo. Dopo essere stato detenuto nella sezione di massima sicurezza del carcere di Voghera (Pavia), Amico è ora recluso nel circuito di media sicurezza del penitenziario di Opera (Milano). Ad organizzare l’incontro ieri (30 settembre) sono stati il Centro di solidarietà «Giò Bonomi» e la sezione provinciale di Pavia dell’Unione dei giuristi cattolici, nell’ambito dell’iniziativa di «Sub Tutela», la mostra dedicata a Livatino, venerato come Beato dalla Chiesa cattolica.