Montevago, il terremoto del '68 e una foto: «Ho cercato quella bambina per oltre 50 anni e ora l'ho trovata»
Una bambina vestita di stracci fotografata a Montevago tra le macerie del terremoto del '68 da un militare che era sul posto per prestare i primi soccorsi. Una donna di Benevento, Milena Intorcia, che da oltre 50 anni cerca la bimba, dopo avere visto la foto scattata dal fratello militare. Si è rivolta a Chi l’ha visto e dopo oltre mezzo secolo da quello scatto ora la bimba con la bambola ha un nome e un volto. È Rita Russo, di Montevago, che vive a Santa Margherita Belice. Le due donne si sono incontrate ieri, assieme al sindaco di Montevago, Margherita La Rocca Ruvolo, che le ha portate in giro nel vecchio centro, oggi diventato un museo a cielo aperto. Sono i luoghi nei quali è stato effettuato quello scatto. «Questa foto me la trovavo sempre davanti quando mio fratello l’ha portata – dice Milena Intorcia – ed era diventata una sorta di ossessione perché ogni volta che la guardavo mi strappava il cuore. Fino a quando sono andata a Chi l’ha visto e Federica Sciarelli è stata veramente brava nel trovare quella bambina che adesso è una donna». «Io non seguivo la trasmissione – dice Rita Russo – e sono state le mie sorelle a telefonarmi, dicendomi che mi cercavano a Chi l’ha visto. È stato bello incontrarci». Il sindaco di Montevago, Margherita La Rocca Ruvolo, ha sottolineato che «da quei momenti brutti è nata una storia bellissima con una persona che per oltre 50 anni ha fatto di tutto per incontrare la bimba della foto. Vedere questa emozione è stato bello e noi abbiamo voluto che quest’incontro si svolgesse al museo per non dimenticare quello che è accaduto, ma per andare avanti». IL VIDEO PUBBLICATO DAL SINDACO DI MONTEVAGO Il museo a cielo aperto di Montevago è una finestra sul paesaggio e sulla storia del comune belicino, un’occasione per dare spazio e voce a nuove forme espressive. Consente di svolgere un tour tra i ruderi del centro belicino con lo scopo di far rivivere i luoghi del passato attraverso un linguaggio narrativo contemporaneo, riconvertendoli al contempo in location ospitanti nuove forme espressive. I ruderi e le architetture dell’antico centro diventano così supporti naturali per l’installazione di opere d’arte, elementi di un museo contemporaneo a cielo aperto visitabile tutto l’anno e in continuo divenire. Vengono proposte, nell’arco dell’anno, attività come visite scolastiche, momenti di confronto culturale, eventi artistici e musicali, ma anche gastronomici. E adesso ha ospitato quest’incontro tra due donne che si cercavano da quei tristi momenti del terremoto del Belice.