Era arrivato a Lampedusa lo scorso 13 marzo dopo una traversata a bordo di un barchino: Rambo, questo il nome di un gatto di quattro anni, era partito da Sfax, in Tunisia, insieme con la famiglia Maaloul con cui ha vissuto fin da piccolo. Ma dopo essere arrivati sull’isola le loro strade si sono separate: il gatto ha osservato la quarantena, oltre sei mesi così come previsto dalla legge per gli animali provenienti da quelle zone dell’Africa, mentre la famiglia Maaloul dopo il passaggio dal Centro di accoglienza dell’isola ha trovato alloggio a Ceraso, in provincia di Salerno, grazie ad un progetto attivato dal Comune campano.
Il gattino riconsegnato alla famiglia
Oggi Rambo, che ha trascorso gran parte della sua quarantena affidato a Daniela Palazzo, una donna che vive a Lampedusa, è stato riconsegnato a mamma Fatma, papà Ahmed ed alle figlie Rayan, Bayan e Farah. La cerimonia è avvenuta nel pomeriggio nella sala Consiliare del piccolo comune campano nel corso di una iniziativa alla quale hanno partecipato il sindaco di Ceraso Aniello Crocamo, il sindaco di Lampedusa Totò Martello, l’assessore alle Legalità della Campania Mario Morcone, Emiliano Sanges presidente Apeiron Coop Sociale, Anna Ceprano presidente Legacoop Campania. L’iniziativa è stata coordinata da Statia Papadimitra responsabile Welfare Progetto Sai Ceraso «Il ritorno di un gatto a casa è un piccolo gesto di grande umanità» ha detto Martello. Il sindaco di Ceraso Aniello Crocamo ha ribadito la necessità di «portare avanti azioni di vera integrazione capaci di coinvolgere le comunità anche dal basso». «Le nostre figlie sono così felici - dicono Fatma ed Ahmed - finalmente possono riabbracciare il piccolo Rambo. Vogliamo ringraziare quanti si sono impegnati per rendere possibile tutto questo, per le nostre bimbe questa è una favola che diventa realtà, per loro sarà un Natale speciale».
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