AGRIGENTO. In Sicilia, per i pazienti affetti da dolore cronico (sclerosi multipla, lesioni del midollo spinale, effetti di chemio e radioterapia), l’accesso alle cure a base di cannabis terapeutica - i cui benefici per queste malattie invalidanti sono riconosciuti da rigorosi studi clinici approvati dalla comunità scientifica - è ancora un lungo percorso a ostacoli. Il costo è totalmente a carico del malato, la materia prima scarseggia (anche per una insufficiente programmazione da parte del Ministero) e la normativa regionale è carente.
L’argomento sarà al centro di un convegno dal titolo "Cannabis medica, esperienza terapeutica in Sicilia e Sistema Sanitario Regionale" in programma ad Agrigento, venerdì 20 aprile (Spazio Tèmenos, ore 16) che, oltre agli interventi di esponenti del mondo scientifico - medici, studiosi e degli stessi pazienti - vedrà la partecipazione degli assessori regionali alla Sanità e al Bilancio, Ruggero Razza e Gaetano Armao, mentre in streaming video sono previsti i contributi di due luminari: Paolo Poli, direttore della Clinica del Dolore di Pisa, e Irene Ruffino responsabile del laboratorio di galenica dell’Ospedale Santa Maria Nuova di Firenze che fornisce tutti gli ammalati della Toscana.
Il convegno sarà l’occasione per focalizzare l’attenzione delle istituzioni sull'attuale vuoto normativo in Sicilia. «L'obiettivo - spiega Paolo Minacori, farmacista e moderatore dell’incontro - sarà quello di stimolare gli attori istituzionali ad avviare un tavolo tecnico che, con il contributo degli addetti ai lavori, elabori il testo di una legge regionale che supporti l’accesso alle cure con cannabis terapeutica, garantendo anche a quei siciliani che soffrono di patologie degenerative o malattie incurabili la possibilità di alleviare il dolore e di migliorare la qualità della vita».
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