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Lampedusa, il piano antirandagismo funziona

Nell’isola il fenomeno dell’abbandono assume dimensioni elevate. In un progetto ad hoc di 15 giorni sono stati sterilizzati 107 cani

LAMPEDUSA. Il fenomeno del randagismo, purtroppo, è un'incognita costante della vita quotidiana. Tuttavia, non ci si ferma e si cerca di fare il possibile per porvi un freno agendo sul territorio. Nel dettaglio, il veterinario Francesco Francaviglia, responsabile del Presidio veterinario d'igiene urbana presso il canile di Palermo, spiega il lavoro svolto nell'isola di Lampedusa: «Lampedusa è un'isola dove il randagismo è molto diffuso. Abbiamo fatto un progetto ad hoc, grazie all'intervento dell'Asp, stilando un intervento di controllo del randagismo, proposto, in seguito, al sindaco, che lo ha accolto a piene mani».

Dopo un attento monitoraggio del territorio nelle ore in cui si è registrata una maggiore presenza di cani randagi, sono state filmate tutte le bestiole e, per ogni situazione, si è decisa una determinata strategia di cattura. «In seguito - continua Francaviglia - abbiamo incontrato tutti i volontari del luogo e ci siamo dedicati ad un corso di formazione, full immersion, della durata di 2 giorni. La collaborazione è stata massima».

Un lavoro di gruppo, messo in atto anche per la cattura degli animali, alcuni dei quali si lasciavano prendere spontaneamente. Per altri, invece, è stato necessario l'ausilio di bocconi sedatavi. «Anche nell'isola dei conigli, dove vi erano state diverse segnalazioni, abbiamo filmato i cani, le vie di accesso e fuga e stabilito una strategia per l'accalappiamento. Dovevamo, inoltre, capire chi fosse il capobranco e il gregario. In seguito, ad ogni volontario, è stato assegnato un cane ben preciso e, il giorno della cattura, con l'ausilio della polizia municipale e di Legambiente, tutte le bestiole sono state addormentate e sterilizzate, ma non rimesse sul territorio. Bensì, adottate da persone del posto e non». Un'iniziativa, quindi, che ha portato anche ad un gesto di solidarietà.

Quest'anno sale a quota 107 il numero degli animali sottoposti a sterilizzazione. «Il nostro intervento è durato 15 giorni e abbiamo lavorato giorno e notte. Tuttavia, il problema di Lampedusa sono i nuovi abbandoni o, meglio, una cattiva gestione del cane, che può andare incontro a delle gravidanze indesiderate con la conseguente nascita di cuccioli, spesso, abbandonati». Il progetto ha dato risultati positivi, ma non ci si deve fermare qui: «Sarebbe necessario che il lavoro svolto venisse ripetuto 2-3 volte l'anno, ma necessita anche di un controllo quotidiano. La polizia municipale, in particolare, ha il compito di svolgere un compito di controllo del territorio». Sono stati applicati, inoltre, circa 150 microchip e, ogni sera, veniva proiettato un breve filmato sulle attività svolte e sul linguaggio del cane, nel corso centrale dell'isola.

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