«La Festa dell’Amicizia rappresenta un momento per parlare anche di pace che, per noi, vuol dire libertà e crediamo fermamente che sia un valore assoluto al quale non vogliamo rinunciare». Il leader della Nuova DC Totò Cuffaro presenta così la manifestazione che si terrà a Ribera dal 5 al 7 ottobre e che raccoglierà personalità nazionali e internazionali per affrontare i temi più caldi del momento: «Con noi anche la giornalista e attivista Suha Taweel e Zahwa Arafat, rispettivamente moglie e figlia di Yasser Arafat - annuncia l’ex presidente della Regione - ennesima testimonianza di come il nostro partito sia aperto al dialogo e al confronto. Nella tre giorni affronteremo diverse tematiche nazionali cruciali, in particolare quelle relative alla sanità, all'agricoltura, ai giovani e ai diritti civili e ci confronteremo nell'interesse della Sicilia e del paese nel suo complesso».
I familiari dell’ex presidente della Palestina però non saranno le uniche figure di spicco in questa tre giorni agrigentina: ad aprire i lavori saranno infatti tra gli altri Gaetano Galvagno, presidente dell’Ars e il sindaco di Palermo Roberto Lagalla; poi Francesca Donato, europarlamentare e vice presidente nazionale DC, il senatore Domenico Scilipoti, Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, Maria Elena Boschi, capogruppo Italia Viva alla Camera e Vito Riggio, amministratore delegato Gesap. La conferenza stampa nella sede della DC in via Ricasoli è stata però occasione per toccare alcuni argomenti di attualità politica. Cuffaro ha risposto in merito alla volontà di voler ricostruire le province e ai detrattori del progetto che sottolineano la mancanza di soldi - Matteo Renzi - il leader della Nuova DC ha risposto: «Penso che la possibilità di tornare a votare per la ricostituzione della Province, organo straordinariamente importante per la Regione e i comuni, sia assolutamente importante. Basta farsi un giro nelle strade metropolitane per rendersi conto di cosa è diventata la viablità provinciarle per rendersene conto - ha sottolineato Cuffaro - è un argomento che non può essere mistificato il costo. Se c'è un problema di organizzazione, siamo disponibili ad accorparle ad altre tornate elettorali. Se poi non si vogliono, è un altro discorso. Ma penso che questo sia uno dei temi portati avanti in campagna elettorale da Renato Schifani. Questo e il tema dei termovalorizzatori non sono argomenti negoziabili o messi in discussione. Non può esserci il pretesto del costo. E poi la democrazia non può essere valutata in termini di costo. In questi anni, le Province ci sono comunque state senza funzioni e sono costate. Quale sarebbe il costo, pagare i consiglieri provinciali? Mi sembra una scusa abbastanza debole». Cuffaro ha poi risposto alle parole dell’ex sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che ha definito Roberto Lagalla «non libero dalla figura di Cuffaro e Dell’Utri».
«Non sono più abituato a seguire le cose che va dicendo Orlando - ha sbadigliato l’ex presidente della Regione - può dire tutto quello che vuole. Avrebbe fatto meglio ad occuparsi della città. Dopo che se ne è andato, duemila bare hanno trovato degna sepoltura. Questa città ha iniziato a cambiare, questo è quello che conta. Che Roberto Lagalla - ha poi proseguito - non sia libero da me, mi pare una cosa fuori da ogni logica. Non ho mai chiesto nulla a Roberto Lagalla, anche quando fu mio assessore. Figuriamoci se lo farei adesso. Tra l'altro, anche qualora lo chiedessi, il sindaco non starebbe ad ascoltare quello che dico io. Quindi, se Leoluca Orlando non ha nulla da dire, continui a fare così. Come ha detto qualcuno in questi giorni leggendo i giornali, rischia di essere patetico».
Persone:
Caricamento commenti
Commenta la notizia