La commissione del Comune di Ribera ha completato l’assegnazione dei sessanta alloggi popolari ad altrettante famiglie. Un momento atteso da anni al quale seguirà, nei prossimi giorni, la consegna delle chiavi da parte dell’Iacp. «La commissione – dice il sindaco, Matteo Ruvolo – trasmette i verbali di assegnazione all’Iacp che poi provvederà alla materiale consegna delle chiavi. Al momento la custodia degli immobili viene svolta da parte della ditta che la trasferirà all’Iacp. L’istituto dovrà darla agli assegnatari. Il tutto nell’arco di pochi giorni – aggiunge il sindaco – visto che ormai tutte le fasi sono state completate».
Don Antonio Nuara attende il via libera per celebrare una messa davanti alle case popolari di largo Martiri di via Fani a conclusione di una vicenda che si trascina dal 2012 quando gli alloggi sono stati sgomberati perché costruiti con cemento depotenziato. Per demolizione e ricostruzione si è dovuto attendere un finanziamento di otto milioni di euro.
E nei giorni scorsi ad agevolare il percorso riguardante l’assegnazione è arrivato anche il voto favorevole dell’Assemblea regionale siciliana che è intervenuto rendendo possibile la definizione anche di alcune delle pratiche che presentavano criticità. È stato approvato un emendamento nel collegato della Finanziaria regionale per l’assegnazione degli alloggi di edilizia popolare. I lavori di demolizione delle case sono stati avviati nell’estate del 2019. Poi hanno subito uno stop nella fase di avvio della costruzione. A dicembre 2019 il cantiere è ripartito e pochi mesi dopo nuovo stop per l’emergenza Coronavirus. Poi il completamento, ma a dicembre 2022 il nuovo rinvio di due mesi.
Tanti tra coloro che occupavano questi alloggi negli anni sono deceduti e in precedenza hanno dovuto trasferire la residenza a seguito degli sgomberi del 2012. Si è posto il problema dell’assegnazione agli eredi. Si sono definiti i criteri per l’assegnazione a chi, avendone i requisiti, manifesta la volontà di avere l’alloggio e salda il debito verso l’Iacp derivante dal mancato pagamento del canone.
Tra le storie legate a questi alloggi anche quella di Giuseppe Bordonaro. Non è stato previsto il bar che, per venti anni, Bordonaro ha gestito nelle case popolari di largo Martiri di via Fani. La vicenda è complessa e Bordonaro, che intanto si è trasferito in un chiosco nella stessa zona, teme di perdere la vendita dei tabacchi che, nella nuova struttura, i Monopoli non vogliono mantenere. Bordonaro si è rivolto anche a un legale, l’avvocato Lillo Santangelo.
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