Mille posti in più negli hotspot in Sicilia e Calabria: ecco il protocollo con la Croce Rossa
Raddoppiare i posti per i migranti degli hotspot, «almeno un migliaio in più», in Sicilia e in Calabria. E nelle due regioni realizzare, all’interno degli stessi centri, delle aree dedicate a coloro che devono essere rimpatriati, recuperando anche i posti dismessi all’interno dei Cpr. E la firma di un protocollo con la Croce Rossa per sancire che dal 1 giugno si occuperà della gestione dell’hotspot di Lampedusa. Si delinea sempre più il quadro dell’accoglienza dei migranti in Italia voluta dal Governo per mano del prefetto Valerio Valenti nel ruolo di commissario all’Emergenza. Un quadro nel quale si prevede anche che i prefetti dovranno individuare dei Centri di accoglienza straordinaria (Cas) di piccole dimensioni destinati ai richiedenti asilo. L’obiettivo di Valenti è inoltre far partire dal 1 luglio il nuovo capitolato per la fornitura di beni e servizi per i centri di prima accoglienza in coincidenza con l’entrata in vigore del nuovo codice degli appalti. In realtà i protocolli firmati con la Croce Rossa sono stati due: uno triennale per Lampedusa e l’altro quadro che di fatto vedrà la Cri agire dove le emergenze per la primissima accoglienza dei migranti lo richiederanno. «Ad esempio - ha puntualizzato Valenti - possono intervenire a Pozzallo o a Ravenna dove c’è lo sbarco di una ong. È un accordo che si modella e si adatta caso per caso». I nuovi mille posti verranno reperiti in una decina di strutture a Vizzini, Pozzallo, Catania, Messina, Caltanissetta e Trapani - con l’utilizzo di due beni confiscati alla mafia - mentre in Calabria a Vibo, Roccella e Crotone. Potranno essere usate anche strutture della Protezione Civile della Sicilia e della Calabria come alloggi, fari, torri, moduli abitativi, mentre il ministero delle Infrastrutture si occuperà di intensificare i trasporti con navi, traghetti e aerei. Non sarà invece ampliato l’hotspot di Lampedusa - che rimane con una capienza di poco meno 400 posti - ma di sicuro verrà rimesso a nuovo: con il rifacimento dell’impianto elettrico, nuovi infissi, più bagni e altre docce e una nuova copertura di 50 metri davanti alla struttura che consentirà di riparare i migranti costretti a dormire all’aperto quando si supererà la capienza. Ci saranno aree destinate ai minori, con personale specializzato, e alla donne. Ed una maggiore presenza medica. In tutto saranno circa 70 gli operatori della Croce rossa a cui si aggiungeranno, soprattutto in estate, i volontari. Per fare in modo destinare un operatore Cri per ogni 10 migranti. L’obiettivo, ha detto il presidente della Croce Rossa Rosario Valastro, è garantire ai migranti «un’accoglienza degna dal punto di vista umano» e fare in modo che l’hotspot «diventi il baluardo dell’umanità». Concetto ribadito dal commissario, il quale ha sottolineato la necessità di «migliorare l’accoglienza offerta dalla struttura ma anche di ridurre le ricadute che gravano sulla vita» dell’isola. «Per fornire un’accoglienza degna di un essere umano dovranno essere apportate alcune modifiche. La nostra preoccupazione sarà anche quella - ha detto Ignazio Schintu, direttore dell’Area Emergenze e soccorsi della Croce Rossa Italiana - di venire incontro all’amministrazione comunale. Metteremo a disposizione di quel territorio tutte le strutture che andranno a supportare la risposta alle emergenze di carattere nazionale. Dall’aumento dei medici al supporto alla comunicazione con le famiglie dei migranti, fino al mantenimento della pulizia attraverso lo stanziamento di un nucleo adatto di operatori». Perché Lampedusa deve diventare «il fiore all’occhiello dell’accoglienza in Italia».