«Si è creata una disparità, abbiamo accolto in questi mesi gli ucraini perché sono bianchi e cristiani, e invece blocchiamo i profughi che hanno un colore diverso e questo lo ritengo profondamente immorale». A lanciare questa pesante accusa, durante il forum «Il Mediterraneo senza frontiere: riconoscersi fratelli tutti» inserito nel primo Meeting Francescano del Mediterraneo in svolgimento a Favara è l’eurodeputato Pietro Bartolo, dal 1992 al 2019 responsabile delle prime visite ai migranti che sbarcavano a Lampedusa. «Oggi una parte dell’Europa è ostile alle migrazioni. Si parla di accordi con paesi terzi, di barriere, ma non sono i muri, i fili spinati e i rimpatri che possono fermare queste persone, perché non hanno alternative - ha aggiunto -, ricordo una donna che ho visitato a Lampedusa che viaggiava ormai da due anni, che era stata picchiata e violentata in carcere più e più volte. Mi diceva che non le importava quello che aveva vissuto, perché per lei l’importante era essere arrivata in Occidente per il futuro dei propri figli. Come si può immaginar che queste persone si possano fermare - si chiede - dopo quello che attraversano, solo per paura di un rimpatrio?». Bartolo interviene inoltre definendo «inaccettabile quello che accade lungo le rotte balcaniche e lungo la rotta della Bielorussia». Situazioni che non possono essere accettate e che «tradiscono i valori europei» e critica pesantemente quella che definisce una «narrazione tossica» sul fenomeno migratorio. «Dobbiamo smetterla di pensare che le migrazioni siano un fenomeno negativo - continua - per anni abbiamo subito una narrazione tossica che è stata messa in campo da qualcuno per una manciata di voti. Ci hanno detto che portano malattie, che ci invadono, che sono criminali: hanno creato una cultura dell’odio e del rancore basato sulle bugie», aggiunge.