«In una comunità come quella di Lampedusa e Linosa - scrive, in un post pubblicato sulla sua pagina Facebook, il sindaco di Lampedusa e Linosa Totò Martello - il caro-bollette sta avendo effetti più pesanti che altrove. Il governo nazionale doveva e poteva fare di più per evitare speculazioni e per attutire le conseguenze di questi aumenti sconsiderati. Qui alle Pelagie, come in altri piccoli Comuni, per qualunque problema la gente bussa alla porta del sindaco. Venga il presidente Draghi, glielo spieghi lui ai lampedusani che devono spegnere il condizionatore». Per Martello «il caro-bollette sta interessando tutte le famiglie italiane, da Nord a Sud del paese. Ma ci sono piccoli centri come Lampedusa e Linosa - prosegue Martello - dove per qualunque problema i cittadini bussano alla porta del sindaco, anche se è evidente che nessun sindaco ha la responsabilità di questi aumenti sconsiderati: doveva essere il governo nazionale ad evitare speculazioni, ad evitare che il caro-bollette mettesse in ginocchio la popolazione, soprattutto in realtà come quella delle isole Pelagie dove i cittadini non hanno alternative rispetto alle loro attuali possibilità lavorative e occupazionali. Ma evidentemente non è stato fatto abbastanza». Il sindaco aggiunge: «Allora chiedo al presidente Draghi di spiegarlo lui ai miei concittadini che “devono spegnere il condizionatore”. Lo spieghi lui a una famiglia di Lampedusa o di Linosa che va avanti con poco più di 1.000 euro al mese, come si fa a pagare una bolletta da 800 euro. Lo spieghi lui ai nostri pescatori, che già molto tempo prima della guerra in Ucraina pagavano il carburante per i pescherecci il 50% in più delle altre marinerie italiane, che adesso oltre al caro-gasolio devono far fronte al caro-energia».