Manca solo il voto in consiglio comunale ma ormai il Comune di Canicattì in provincia di Agrigento è ad un passo dalla bancarotta. La burocrazia l'ha già riconosciuto. Adesso tocca alla politica. Lo stato di dissesto dell'ente locale è generato da uno squilibrio di gestione stimabile tra i 20 ed i 30 milioni di euro. Quando mancano ormai poche settimane alla discussione in consiglio comunale dell’obbligato riconoscimento dello stato di dissesto si è ancora nel campo delle ipotesi e delle valutazioni. Per milioni di euro. La relazione finanziaria del funzionario Carmela Meli responsabile del servizio Bilancio in ordine alla possibilità di rimodulazione del piano di equilibrio finanziario pluriennale trasmesso ai vertici politici e burocratici dell’ente locale è disarmante. Lo è ancor di più la conclusione: “appare concreta la fase di auto-accertamento dello stato di Disseto”. Si prospetta un futuro di lacrime e sangue. Adesso non solo per i cittadini che dovranno rinunciare ad un bel po’ di servizi pur continuando a pagare al massimo le tasse locali ma anche se non soprattutto per i creditori e fornitori di beni e servizi al Comune di Canicattì. Dovranno dire addio alla maggioranza se non alla totalità dei crediti ammontanti tra i 20-30 forse più milioni di euro. Si tratta pur sempre di stime. Le certezze sarebbero i 4.661.402,09 euro di mancato pareggio del 2021, i 1.309.740,56 previsti per l’anno in corso ed i 751.678 euro per il 2023. Rosee previsioni. A questi devono aggiungersi i 9.535.308,96 euro di passivo del 2019 ed i 6.501.144,59 del disavanzo presunto emerso dal pre-consuntivo 2020. Già tanto basterebbe per dire che è dissesto. La relazione di Carmela Meli continua dicendo che se i debiti fuori bilancio certi sono 11.013.512,16 euro più la necessaria restituzione della quota parte utilizzata del fondo di rotazione concesso pari a 5.364.900 euro ci sono “debiti fuori bilancio non censiti nel Piano di riequilibrio per 2.260.632,11 euro più 781.175,29 euro per servizi ed addirittura 42.463,58 euro per debiti di lavoro verso i dipendenti. L’avvocatura comunale ha comunicato che ci sono anche potenziali debiti per ulteriori 2.937.300 euro derivanti da “significative possibilità di soccombenza”. Ci sono altri debiti in corso di formazione mentre la stessa Carmela Meli è tornata a certificare la diminuzione delle entrate proprie e la scarsa capacità di riscuotere gettando così un oscuro presagio anche sulla futura gestione corrente dell’ente una volta dichiarato il dissesto. A breve. Entro un mese o poco più dalla trasmissione della nota a sindaco, collegio revisori conti, segretario comunale e presidente del consiglio.