Il governo Musumeci ha dichiarato lo stato di crisi e di emergenza regionale e richiesto lo stato di emergenza nazionale per Ravanusa, la città dell’Agrigentino dove l’11 dicembre una fuga di gas ha provocato una violenta esplosione che ha causato 9 vittime e distrutto diversi edifici. La decisione è stata presa alla luce della relazione della Protezione civile regionale, guidata da Salvo Cocina, che ha descritto le attività di emergenza poste in essere e quelle di ricognizione dei danni. Con la collaborazione dell’amministrazione comunale, è stato accertato che sono attualmente sfollati 61 nuclei familiari, per complessive 120 persone. Il numero dei fabbricati danneggiati dall’esplosione, inoltre, è notevolmente superiore alle famiglie sfollate. Sono stati 114 i sopralluoghi effettuati nei giorni successivi alla catastrofe dalle squadre di tecnici della Protezione civile. «Ravanusa - ha detto Musumeci - rimane una ferita aperta: è una tragedia che pesa su tutta la comunità siciliana, in termini di tristezza, rabbia e amarezza. C'è già una norma all’Ars per un milione di euro per affrontare l’emergenza, ma il governo regionale, con la Protezione civile, sta già completando la ricognizione e saranno necessari tra gli 11 e 18 milioni di euro per dare risposte a chi direttamente o indirettamente è stato colpito da questa immane tragedia. Pensiamo nelle prossime settimane di potere avviare l’iter procedurale».