La Regione manda gli ispettori nelle ex Province di Palermo, Catania, Trapani e Agrigento per accertare le responsabilità del ritardo nell'attivazione del servizio di assistenza scolastica per gli studenti disabili. È un altro capitolo della violenta polemica che nei giorni scorsi ha contrapposto anche pezzi della maggioranza (la Lega in particolare) al governo Musumeci.
I servizi di assistenza vanno affidati a personale specializzato che si affianca ai bidelli, il cui apporto è limitato all'aiuto all'ingresso e all'uscita da scuola. La Regione ha finanziato tutto a maggio con 4 milioni, ma poi quasi ovunque i disabili non sono ancora andati a scuola. Ci sono province, come Messina e Caltanissetta dove tutto sta per essere risolto. Ma ci sono anche zone come il Palermitano, il Catanese, l'Agrigentino e il Trapanese dove le procedure vanno molto a rilento.
IL DECRETO DELLA REGIONE SICILIANA CON I NOMI DEI COMMISSARI
Per questo motivo oggi l'assessorato regionale alla Famiglia, guidato da Antonio Scavone, ha nominato una commissione di ispettori che si recherà negli uffici delle Città Metropolitane di Palermo e Catania e in quelli dei Liberi Consorzi di Trapani e Agrigento. Nel decreto firmato dal dirigente generale Rosolino Greco si legge che «vanno accertati i motivi dei ritardi nell'attivazione dei servizi stante l'erogazione delle risorse già nel mese di maggio».
In particolare la Regione chiede agli ispettori di verificare specifici passaggi: la documentazione richiesta ai disabili, la documentazione sostitutiva, le dichiarazioni dei dirigenti scolastici, l'individuazione dei soggetti che dovevano espletare il servizio. E su queste fasi l'ispezione mira a rilevare «criticità, ritardi, omissioni e ogni azione colposa che hanno determinato la mancata attivazione del servizio e l'impossibilità per i disabili di andare a scuola».
Gli ispettori incaricati di esaminare gli atti sono Daniela Di Rosa, dirigente intermedio del dipartimento Famiglia, e Angelo Sajeva, dirigente intermedio del dipartimento regionale Enti Locali. L'esito dell'ispezione dovrà essere trasmesso al governo entro 20 giorni.
Intanto però proprio ieri la Città Metropolitana di Palermo ha annunciato l'attivazione del servizio per i primi 59 disabili che frequentano 17 scuole diverse: per assicurare l'assistenza sono stati chiamati 31 operatori. L'ex Provincia ha comunicato che per altri 34 alunni si attende «l'operatività dei dirigenti scolastici, che sono stati sollecitati ad attivarsi». Sono i presidi infatti che devono predisporre i progetti che, approvati da Comuni e Province, usufruiscono poi dei fondi regionali.
La Città metropolitana di Palermo ha però 397 alunni disabili da assistere. Il sindaco metropolitano Leoluca Orlando aveva spiegato che l'intoppo nasceva da una circolare della Regione che obbliga le famiglie a presentare un certificato sullo stato di disabilità che solo le Asp possono emettere ma che risulta quasi impossibile ottenere per problemi burocratici. La Regione ha però precisato che basta un certificato fornito dal medico che ha in cura l'alunno per potere usufruire dei relativi servizi. E la Città Metropolitana ha invertito la rotta, comunicando che «in questo modo rientreranno tra i beneficiari dell'assistenza specialistica igienico-personale, con i finanziamenti della Regione, non solo gli alunni che hanno avuto riconosciuto dalle Asp lo stato di gravità con l’attestazione UVM ma anche quegli studenti che presenteranno altra documentazione, come previsto dalla legge del 2016 sulle non-autosufficienze. Adesso, toccherà ai presidi consentire l'avvio dei suddetti servizi, contattando le famiglie».
Sull'emergenza che riguarda la frequenza scolastica dei disabili oggi si terrà una riunione in commissione Affari istituzionali all'Ars, guidata dal forzista Stefano Pellegrino. Anche il Parlamento regionale è pronto a istituire una commissione ispettiva.
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